Equinox (9 page)

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Authors: Michael White

Tags: #Fiction, #Thrillers, #Suspense

BOOK: Equinox
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«E poi», aggiunse eccitata Laura, «credo di avere fatto alcune scoperte.» Philip si mosse sulla poltrona. «Scoperte di che tipo?»

«I risultati di quattro ore di ricerche intensive alla Bodleiana. Mi risulta che le monete siano una copia di una cosa che si chiama Arkhanon. La più antica moneta egizia conosciuta. Risale al 400 avanti Cristo circa. Prima, gli egiziani si limitavano al baratto. Il dato più importante è che gli Arkhanon sono stati creati da alchimisti che lavoravano per i faraoni.

Secondo una fonte, l'immagine delle donne e della coppa è legata all'ossessione degli alchimisti per l'olismo, i legami tra cose apparentemente scollegate.»

«Ma certo. C'erano alchimisti nell'antico Egitto, no?» ironizzò Philip.

«Se non sbaglio, ricordo di aver letto che tutta quanta l'ossessione per la produzione di oro e il raggiungimento della vita eterna è iniziata allora.»

«Mamma... Insomma...» Jo fece una smorfia. «La faccenda dell'alchimia non è solo un mucchio di idee balorde?»

«Tu Stammi a sentire, okay?» ribatté Laura.

Philip e Jo si guardarono e chiusero il becco.

«Bene. Allora, ecco qua. Ho scoperto che uno dei rapporti che interessavano gli alchimisti era il legame tra la specie umana e l'universo.

Molti alchimisti hanno cercato di tracciare paralleli fra il corpo umano, i pianeti, le stelle e il movimento dei cieli. Ritenevano che la forma umana fosse un riflesso della sfera celeste. Che Dio avesse creato quelle strutture, quelle immagini ripetute se volete, e che spettasse a loro decifrare i collegamenti. Quasi un dovere sacro.»

«E tu pensi che tutto questo abbia qualcosa a che fare con gli omicidi?» Philip appariva scettico.

«Gli alchimisti credevano di poter riuscire a produrre l'oro solo se avessero trovato la leggendaria pietra filosofale, una sostanza magica che, unita a qualunque metallo, lo avrebbe trasformato in oro puro. La pietra filosofale poteva essere scoperta soltanto dai nobili di spirito, da un alchimista che capisse davvero l'aspetto olistico dell'universo e fosse capace di liberare la mente e lasciarla fluire con lo Spirito Universale.

L'elemento cruciale è che gli alchimisti tracciavano rapporti tra metalli e parti del corpo.»

«Non dirmelo», lo interruppe Philip. «Collegavano l'oro al cuore e l'argento al cervello?»

«Dieci punti premio al signor Bainbridge. Ma c'è molto di più. Gli alchimisti ritenevano che il corpo e la sfera celeste si rispecchiassero tra loro. Quindi anche i pianeti possono essere associati agli organi del corpo...»

«Mamma? Fammi capire bene», intervenne Jo. «Hai passato tutto il pomeriggio a rintracciare legami alchemici tra... tra cosa? Oro, sole e cuore umano? Quand'è che entra in scena Babbo Natale?»

«Il punto», rispose Laura, «è che con molta probabilità esiste un nesso fra questi discorsi magici e gli omicidi. Semplicemente perché l'assassino ci crede. Non importa che siano complete idiozie.» Jo era in imbarazzo. «Okay, mamma...»

«C'è di più», continuò Laura. «Se vuoi stare a sentire, s'intende.»

«Oh, per favore!» Jo levò gli occhi al cielo.

Laura sorrise. «Se quello che ho già raccontato ti sembra folle, adesso viene il vero piatto forte. Alcuni alchimisti hanno dedicato l'intera vita all'improbo compito di tentare di produrre la pietra filosofale, mischiando composti chimici per creare una sostanza magica che ritenevano capace di tramutare un qualunque metallo in oro. Un'impresa che ha consumato e divorato secoli di speranze, dall'antichità a... insomma, qualcuno dice che esistano ancora alchimisti al giorno d'oggi. Il punto è che lo sforzo fatto per creare la pietra era incredibile. L'adepto doveva seguire una serie d'istruzioni che venivano da molte fonti diverse. Si impegnavano per mesi, a volte anni, su un unico esperimento.

«Comunque, mentre leggevo queste informazioni ho cominciato a chiedermi cosa li guidasse. Poi ho pensato ai più importanti rapporti stabiliti dagli alchimisti e mi è venuto in mente che molti di loro dovevano essere anche astrologi. Da studentessa, mi sono interessata parecchio all'astrologia. Però ne sono uscita in fretta.» Laura lanciò un'occhiata a Jo, che scrollava la testa. «Gli alchimisti facevano tutto in base alle stelle.

Ogni stadio del processo veniva intrapreso a date particolari, con allineamenti astrologici significativi.» Il suo pubblico era muto.

«Per gli alchimisti, un particolare giorno dell'anno riveste un'importanza straordinaria: l'equinozio di primavera.»

«Il cosa?» domandò Jo.

«L'equinozio di primavera, il primo giorno di primavera, quando i giorni cominciano a diventare più lunghi delle notti», spiegò Philip.

«Esatto. Gli alchimisti lo ritenevano il giorno più propizio per iniziare nuovi progetti. Era il momento in cui molti di loro davano il via a una serie di esperimenti per produrre la pietra filosofale. Cade il 20 marzo, due giorni fa. La data del primo omicidio.»

«Quindi, cosa pensi, Laura?» chiese Philip, dopo qualche istante. «Fa... fa accapponare la pelle, mi sembra, ma come ci aiuta a identificare l'assassino di quelle donne?»

«Non ho smesso di pensarci da quando ho lasciato la biblioteca. Non so se possa aiutarci subito, però potrebbe servire a prevenire altri omicidi.»

«In che modo?»

«Pensaci. Monroe ti ha detto che secondo la scientifica Rachel Southgate è stata uccisa la sera del venti. Il momento in cui il sole è entrato nell'Ariete e la terra ha vissuto l'equinozio di primavera. Per l'assassino era un nuovo inizio, l'avvio di un progetto.»

«Magnifico», esclamò Jo. «Un bellissimo progetto.»

«Quel che voglio dire», continuò Laura, «è che probabilmente anche il momento del secondo omicidio ha un rapporto astrologico. Chissà quale. Ma se così è, e se sono già previsti un terzo o un quarto omicidio, possiamo collegarli a precise date e ore.»

«Be', vista così sembra anche un'idea sensata», borbottò Philip.

«Ovvio», sbottò Laura. «Il guaio è che non conosco nemmeno metà del quadro totale.»

«Non guardare me», si difese Jo. «Io sono una matematica.»

«Chiedo scusa.» Laura rise.

«Però... Stavo per aggiungere che potresti essere fortunata.»

«Cioè?»

«Tom nutre una passione deprimente per cose del genere. Proprio non capisco. Un ragazzo così brillante in tutto il resto», concluse Jo, assumendo un accento inglese piuttosto snob. «E dovrebbe venire a trovarmi. Da un momento all'altro.»

«Ah, sì?» chiese Philip.

«Spero non ti dia fastidio, papà. Voleva vedere come sto.» Philip alzò le mani al cielo. «Non c'è problema.»

«Lo faremo cantare in cambio della cena», dichiarò minacciosa Laura.

Tom arrivò venti minuti più tardi. Sembrava in perfetta forma, a parte la piccola stecca in alluminio attorno alle due dita della mano sinistra che avevano riportato minime fratture nell'incidente. Giocatore di rugby per l'Oriel, studente di medicina, era alto un metro e ottantasette e pesava più di ottanta chili, però senza un solo grammo di grasso. Mascella squadrata, grandi occhi azzurri, capelli castani ondulati: un bel ragazzo. Sedette accanto a Jo sul divano e Laura gli spiegò cosa stesse accadendo. Philip andò in cucina a prendere da bere.

«Wow», disse Tom, dopo il monologo di Laura.

«Wow. Ed è tutto vero?»

«Temo di sì», rispose Philip. Rientrato nella stanza, porse a Tom un bicchiere di succo di mirtillo. «Laura non avrà tralasciato nessun dettaglio raccapricciante, immagino.»

«Spero di no!» Tom rise. «Quindi, lei pensa che l'assassino pianifichi le sue mosse in base a eventi astrologici?»

«Non ne sono ancora certa.»

«Però sa di sicuro che l'omicida ha ucciso per la prima volta all'incirca nel momento dell'equinozio di primavera e ha lasciato una moneta d'oro e...» una pausa, «ha rimosso il cuore della ragazza. Il secondo omicidio si è verificato meno di dodici ore più tardi. Quella volta è stata lasciata una moneta d'argento e alla vittima è stato tolto il cervello.»

«Esatto.»

«Be', sui collegamenti ha ragione. Il cervello è legato all'argento e alla luna. Quindi riterrei ovvio che la luna sia entrata in Ariete al momento del secondo omicidio.»

«Sarebbe a dire?» chiese Jo.

«Ma certo», esclamò Laura. «Perché non ci ho pensato subito?»

«Pensato a cosa?» domandò Philip.

«Adesso mi appare chiaro. Sole, luna e pianeti si muovono tutti in cielo», spiegò Laura. «Il movimento del sole nello zodiaco, nel corso degli anni, dà significato ai dodici segni. È giusto, Tom?» Il ragazzo annuì. «Quindi, nel primo mese dell'anno il sole appare nel Capricorno, poi nell'Aquario, nei Pesci eccetera. Entra in Ariete verso la fine di... marzo? Sì, il venti di marzo, o nelle prime ore del ventuno. Data che all'incirca corrisponde anche all'equinozio di primavera. Dopo di che, il sole passa nel Toro e poi negli altri segni. Però anche i pianeti e la luna possono entrare in un certo segno e lasciarlo nel corso di un mese.»

«Non succede molto spesso», aggiunse Tom. «La luna e i pianeti possono trovarsi al lato opposto del cielo per l'intero mese, solo che a volte entrano l'uno dopo l'altro in un segno.»

«Sì, pe...» cominciò Jo. Tom la precedette.

«So cosa vuoi dire, Jo. Ne abbiamo già discusso. Secondo te sono solo sciocchezze, ma devi distinguere fra la vera astrologia e la spazzatura che trovi su riviste femminili e supplementi domenicali. Quella è robaccia basata soltanto sull'immaginazione di scribacchini. Un astrologo ben preparato ha a che fare con un sistema d'idee molto più complesso. Tiene in considerazione gli effetti di tutti i corpi celesti, non solo del sole.»

«Il concetto sottinteso», intervenne Philip, «è che gli altri corpi celesti a volte seguono il sole all'interno di un segno zodiacale e contribuiscono all'influenza astrologica?»

«Proprio così.»

«Quindi è possibile che la luna sia entrata in Ariete poco dopo che l'Ariete è diventato il segno attuale e che il suo ingresso sia il legame con la data e l'ora del secondo omicidio.»

«Sarei pronto a scommetterci.»

«Un attimo... Probabilmente mi ridurrai in cenere, ma non c'è un errore di base? I segni zodiacali sono stati codificati... quando? Diecimila anni fa?»

«Non proprio così tanto tempo fa», rispose Tom.

«L'astrologia è iniziata in Mesopotamia attorno al 4000 avanti Cristo, credo.»

«Okay, come vuoi. Seimila anni fa. Il punto è che le costellazioni non possono essere identiche a com'erano all'epoca, perché, in rapporto alla terra, le stelle si muovono parecchio in qualche migliaio d'anni. Le costellazioni non hanno la stessa forma che avevano nei tempi antichi e di certo non si trovano nelle stesse posizioni.»

«In realtà, Jo, la cosa è irrilevante», disse Laura.

«Perché?»

«Perché la cosa è importante solo per gli astrologi da tabloid.» Jo era stupefatta.

«Pensaci su. Se ci sono stati spostamenti all'interno di uno o più segni, ha importanza solo per chi cerca di attribuire determinate caratteristiche a chi è nato sotto un certo segno. Hai presente? Se sei dell'Aquario sei un tipo anticonformista e hai caviglie deboli. Tutte quelle cretinate.»

«Gli spostamenti celesti vengono presi in considerazione dai veri astrologi. Laura ha ragione», confermò Tom.

«Allora l'equinozio di primavera non si verifica più in Ariete», esclamò Philip.

«Non significa nulla, a meno di essere un lettore dei supplementi astrologici della domenica.» Jo sospirò. «È probabile.» Laura sorrise. «Non farti problemi, piccola. Sei solo una matematica.» Jo rise rassegnata, bevve qualche sorso di brodo.

«In ogni caso», riprese Philip, «sembra davvero che il nostro assassino sia ispirato dall'astrologia. Dobbiamo concentrarci su quello che crede lui, non su quello che ne pensiamo noi.»

«Va bene», riprese Laura alzando le mani. «Torniamo ai fatti concreti.

Tom? Ritieni probabile che la luna sia entrata in Ariete al momento del secondo omicidio?»

«È facile scoprirlo.»

«Ah, sì?»

«Sì, basta guardare in almanac.com. Sono abbonato al sito.»

«Oh, no!» esclamò Jo.

Tom si era già avviato al computer sulla scrivania vicino al divano. «È on-line?»

«Sì, ho l'ADSL», rispose Philip, raggiungendo il ragazzo al terminale.

Entrarono in Google e Tom digitò «almanac.com».

Il sito apparve un secondo dopo. Tom inserì la sua ID. Si materializzò un nuovo menù con una lista di domande e riquadri vuoti per le risposte.

Laura li aveva seguiti. Jo restò sul divano.

«Devo solo inserire qualche cifra», spiegò Tom. «È un sito coi fiocchi. Ha un software che calcola la posizione della luna e di ogni pianeta in qualunque momento da oggi all'anno 3000.»

Si mise a battere sulla tastiera.

«Okay. Luna, data 21 marzo 2006.» Introdusse altri dati, rispose a una serie di domande, poi cliccò su CERCA.

La risposta arrivò a velocità sorprendente.

«Fico», disse Tom.

«Cosa dice?» Laura non riusciva a capire niente di niente nella serie di dati.

«La luna è entrata in Ariete alle 3.47 del mattino del 21 marzo.»

«Potrebbe essere l'esatta ora del secondo omicidio.» Philip era chiaramente colpito.

«Monroe era sicuro dell'ora?» gli chiese Laura.

«Ha detto che secondo la sua squadra scientifica l'omicidio si è verificato fra le quattro e le sei ore prima del mio arrivo sul posto, all'incirca alle 8.30. Quindi deve essere successo tra le 2.30 e le 4.30 del mattino.»

«Tom, con questo software puoi avere informazioni su tutti i pianeti, oltre che sulla luna?» chiese Laura.

«Sì.»

«Dobbiamo scoprire se qualche pianeta sta per entrare in Ariete, e quando. Possiamo controllarli uno per uno?»

«Posso fare di meglio», ribatté Tom. «Posso dirle i movimenti futuri di tutti i pianeti a qualunque data.»

«Non esagerare, Thomas», intervenne ironica Jo. «Solo fino all'anno 3000.» Philip emise una risata sbuffante. Tom ignorò il commento e batté sui tasti, rispose a varie domande. Qualche attimo dopo premette di nuovo il tasto di ricerca e spinse all'indietro la sedia. «Okay, fai il tuo dovere.» Questa volta ci volle un po' più di tempo, ma dopo una ventina di secondi una nuova schermata mostrò diagrammi e liste di numeri.

«Cosa ci dice?» domandò Laura, impaziente.

«Ci sto arrivando.» Tom fece scorrere il testo scrutando lo schermo, poi chiuse gli occhi, perso in concentrazione. «Gesù!»

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