Gai-Jin (149 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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“Immediatamente. Me ne occuperò io stesso.”

“Grazie, e forse potrebbero prendere in considerazione, insieme a un sostanziale credito, anche una concessione, in contanti, di... diciamo... un koku...”

Vide un lampo d'ira attraversare gli occhi del vecchio e scomparire, e si chiese se per caso non si fosse spinto troppo in là, ”...per servizi resi dalla famiglia.” Seguì un altro silenzio. Poi lo shoya disse: “Servizi resi in passato... e in futuro”.

Lo sguardo di Hiraga divenne freddo come quello dello shoya. Ma nessuno dei due smise di sorridere. E anziché estrarre il piccolo revolver che portava sempre con sé e aprirgli un buco nella fronte per la maleducazione che aveva dimostrato, da uomo che apparteneva ormai al nuovo mondo rispose: “Ma certo”.

Poi in tono dolce aggiunse: “Cioè fino a dopodomani, neh?”.

Lo shoya annuì e si inchinò. “Fino a dopodomani, Otami-sama.” Una volta fuori dalla casa dello shoya, protetto dalle tenebre, Hiraga si abbandonò al senso di trionfo che provava. Un intero koku e un'apertura di credito, e tre koku che Mukfey non aveva mai chiesto da trasformare in riso o denaro contante e mandare al padre insieme al resto.

Ho ottenuto tanto in cambio di così poco, pensò euforico.

Ma al tempo stesso si sentiva sporco, bisognoso di un buon bagno.

 

“Ah, ammiraglio” disse Malcolm. Struan, “posso dirvi una parola in privato?”

“Certamente.”

L'ammiraglio Ketterer, uno dei venti ospiti ancora seduti intorno al tavolo della grande sala da pranzo della Struan davanti ai bicchieri di porto, si alzò a fatica dalla sedia.

Era in uniforme da sera, con ghette, calze di seta bianca e scarpe con le fibbie d'argento, più rubicondo che mai dopo un'abbondante zuppa al curry, del pesce alla griglia, una doppia porzione di roastbeef e una di pudding dello Yorkshire con patate cotte nel sugo d'arrosto, verdure importate dalla California, un pasticcio di pollo e fagiano, qualche salsiccia di maiale fritta, il tutto seguito da una fetta di torta di mele californiane coperta dall'ormai celebre crema della Nobil Casa e, per concludere, un welsh rarebit.

Champagne, sherry, chiaretto, uno Cháteau Lafite del 1837, l'anno in cui la regina Vittoria sali al trono, porto e madera. “Non mi dispiacerebbe prendere una boccata d'aria” disse Ketterer.

Malcolm gli fece strada verso le grandi porte finestre; il buon cibo e il vino lenivano le sue sofferenze. Fuori l'aria era frizzante, ma dopo il caldo soffocante della sala da pranzo l'accolse con piacere. “Un sigaro, ammiraglio?”

“Grazie.” Chen, il ragazzo numero uno, aspettava nell'ombra con la scatola.

Quand'ebbe finito di accendere i due sigari scomparve tra le nuvole di fumo. “Avete letto la mia lettera sul “Guardian”, signore?”

“Sì, sì, l'ho letta, piuttosto ben scritta.”

Malcolm sorrise. “Se la ridda di proteste che si sono scatenate durante la riunione pomeridiana sono da considerarsi indicative, ho messo in luce la vostra opinione con una certa chiarezza.”

“La mia opinione? Perbacco, speravo che fosse anche la vostra.“

“Sì, certo, certo. Domani...”

Ketterer lo interruppe: “Speravo invece, poiché condividete una posizione morale e perfettamente corretta, che un uomo del vostro potere e capace di tanta influenza potrebbe persino aprire la strada e dichiarare fuorilegge qualsiasi contrabbando su tutte le navi della Struan e chiudere l'argomento”.

“Il contrabbando è già vietato, ammiraglio” rispose Malcolm.

“Lento lento la scimmia acchiappo” come si dice. Tra un paio di mesi saremo la maggioranza.”

L'ammiraglio si limitò ad alzare le folte sopracciglia e a fumare il suo sigaro guardando il mare. La flotta sembrava imponente alla luce dei fanali di fonda.

“Potrebbe scoppiare una tempesta questa notte o domani.

Non il genere di mare adatto a una bella gita con una signora a bordo, credo.”

Malcolm scrutò con ansia il cielo annusando il vento. Nessun segnale di pericolo. Aveva fatto molte indagini in proposito perchè il tempo nelle prossime ore era per lui di particolare importanza.

Con sua grande gioia le previsioni annunciavano mare calmo e venti deboli. Marlowe stesso gliel'aveva confermato prima di cena, e benché non avesse ancora ricevuto l'approvazione definitiva all'imbarco dei due civili, né fosse stato messo a parte della vera ragione per cui Malcolm voleva salire a bordo della Pearl con Angélique, per quanto lo riguardava la gita era possibile.

“Sono queste le vostre previsioni, ammiraglio?” chiese Malcolm.

“Le previsioni del mio meteorologo, signor Struan. Il quale consiglia di cancellare le esercitazioni di domani. Meglio trascorrere il tempo preparandosi ad attaccare Edo, non credete?” chiese l'ammiraglio con una giovialità sospetta.

“Sono contrario a cannoneggiare Edo” ribatté Malcolm distrattamente, occupato a riflettere su quel nuovo e inatteso problema: il beffardo rifiuto dell'ammiraglio di ritenere sufficiente la sua lettera.

Tutto andrebbe alla perfezione se non fosse per questo stupido, pensò cercando di nascondere l'irritazione che provava e di escogitare una via d'uscita.

La Prancing Cloud era arrivata come previsto e stava scaricando in rada, il capitano Strongbow era già stato messo al corrente dei nuovi ordini segreti che riguardavano l'inaspettata partenza di mercoledì, ed Edward Gornt si preparava a trasmettere l'informazione su Brock appena il duello fosse finito.

“Anch'io sono contrario” stava dicendo l'ammiraglio. “Non abbiamo ricevuto l'ordine formale di dichiarare guerra. Tuttavia vorrei sapere perchè siete contrario voi.”

“Cercare di uccidere una vespa con un martello non solo è sciocco ma può anche finire col farvi venire le emorroidi.” Ketterer rise. “Accidenti, questa è buona, Struan. Emorroidi eh?

Sempre la vostra filosofia cinese?”

“Nossignore. E Dickens.” Si appoggiò ai due bastoni per alleggerire la tensione alla schiena. “Signore, a me e ad Angélique farebbe molto piacere trovarci a bordo della Pearl, domani, in compagnia del capitano Marlowe, lontani dalla terra, per qualche tempo.”

Paradiso gli aveva raccomandato, per sicurezza, di fare riferimento al caso precedente e cioè di allontanarsi dalla costa. Il matrimonio dei genitori di Malcolm era stato infatti celebrato al largo tra Macao e Hong Kong. “Con la vostra benedizione, naturalmente.”

“A me invece farebbe piacere vedere la Nobil Casa fare da battistrada al nuovo corso.

Ma è evidente che non ne avete il tempo. Ritengo che dieci giorni vi dovrebbero bastare per compiere i passi pratici. Credo che la Pearl e Marlowe domani debbano restare a disposizione della flotta.” Ketterer si voltò e cominciò ad allontanarsi.

“Aspettate” lo richiamò Malcolm in preda al panico, “diciamo che io faccia un annuncio adesso, subito, davanti a tutti i presenti, un annuncio in cui dichiaro che da questo momento sospendiamo tutte le importazioni di armamenti in Giappone. Ciò vi soddisferebbe?”

“Il punto è piuttosto se soddisferebbe voi” ribatté l'ammiraglio godendosi un mondo lo spettacolo dell'uomo che rappresentava ciò che più disprezzava al mondo contorcersi al suo amo.

“Vi basterebbe?”

“Che cosa posso fare o dire, signore, per accontentarvi?”

“Non è compito mio dirigere i vostri “affari”.” Ketterer pronunciò la parola affari con tanto disprezzo da farla sembrare una parola sporca.

“Ma secondo me ciò che è giusto per il Giappone dovrebbe essere giusto anche per la Cina.

Se mettete fuorilegge i fucili qui, perchè non fare lo stesso anche in Cina, per quanto riguarda tutte le vostre navi... fucili e oppio?”

“Non posso farlo” rispose Malcolm. “Ci ridurrebbe sul lastrico, inoltre il commercio dell'oppio non è illegale, entrambi sono legali.”

“Interessante.” Ancora una volta il tono dell'ammiraglio suonò carico di sarcasmo. “Vi devo davvero ringraziare per la cena, squisita come sempre, signor Struan.

Se adesso mi volete scusare ho molte incombenze a cui pensare per domani.”

“Aspettate!” ripeté Malcolm tremando.

“Per favore, per favore, aiutatemi.

Domani è tremendamente importante per me, giuro che vi sosterrò in tutto, farò da battistrada ma per favore aiutatemi per domani.

Per favore.”

L'ammiraglio Ketterer sporse le labbra accingendosi a metter fine a quella conversazione senza senso. E' inutile continuare, pensò, anche se potrei sfruttare l'appoggio di questi cinici bastardi, se soltanto il dieci per cento delle calunnie sentite durante la loro dannata riunione corrispondono al vero.

Suppongo che questo Struan non sia poi tanto male, ammesso che ci si possa fidare di una stirpe di mercanti, paragonato agli altri, paragonato a quel mostro di Greyforth, per esempio. “Per quand'è previsto il vostro duello?” Malcolm si trattenne dal dirgli la verità.

“Risponderò a questa domanda, signore, e ricordo ciò che avete già detto a proposito dei duelli, signore, ma quando si tratta di questioni d'onore la mia famiglia prende le cose con molta serietà da perlomeno due generazioni, e io non voglio essere da meno.

Si tratta d'una tradizione, come le tradizioni della marina, suppongo. Molta parte del fascino della marina ha proprio a che vedere con questo, tradizione e onore, non è vero?”

“Senza tradizioni e onore la Marina Reale non sarebbe quello che è.” Ketterer aspirò un'altra boccata dal suo sigaro. Quantomeno il giovanotto capiva, per Dio, anche se ciò non gli avrebbe fatto cambiare idea. La verità è che la madre di questo poveretto ha ragione a disapprovare il matrimonio; la ragazza è molto bella ma non rappresenta la scelta giusta, cattivo sangue non mente, tipicamente francese. Gli sto facendo un favore.

Davvero?

Ti ricordi Consuelo di Mardos Perez, di Cadice?

L'aveva incontrata per la prima volta quand'era un giovane aspirante guardiamarina, durante una visita di protocollo al porto. L'Ammiragliato gli aveva negato l'autorizzazione alle nozze, suo padre si era opposto con uguale determinazione e quando infine era riuscito a ottenere il consenso di tutte le autorità ed era corso da lei la ragazza era già stata promessa a un altro.

Anche lei era cattolica, pensò con tristezza, e lui era ancora innamorato come allora.

Cattolica: era stato proprio quel particolare a far imbestialire tutti quanti, proprio come la madre di Struan.

Come se fosse una cosa tanto importante. Comunque la famiglia di Consuelo era per bene mentre quella della francese non lo è. Sì, io l'amo ancora. Dopo di lei non ho amato nessun'altra. Non mi sono mai voluto sposare, dopo aver perduto Consuelo, non ci sono riuscito.

Così ho dedicato anima e corpo alla marina perchè la mia vita non fosse una totale, sordida sconfitta.

Ci sono riuscito?

“Prenderò un altro porto” disse. “

Per berlo mi ci vorranno altri dieci o quindici minuti. Che cosa potete fare in dieci o quindici minuti per diventare il mio battistrada?”

Capitolo 41


 

Eward Gornt scese di corsa le scale del palazzo Struan andando incontro alla notte insieme a un gruppo di ospiti immersi in una conversazione animata, tutti avvolti nei mantelli e impegnati a trattenere con una mano il cappello che il vento cercava di strappare.

Alcuni domestici aspettavano con le lampade accese per illuminare la strada di casa.

Dopo aver augurato a tutti una cortese ma frettolosa buonanotte, Gornt varcò la soglia di palazzo Brock.

La guardia, un sikh alto con il caratteristico turbante, lo salutò e restò a fissarlo mentre correva lungo le scale per andare a bussare alla porta di Norbert Greyforth.

“Chi è?”

“Sono io, Edward. Scusate l'ora ma è importante.”

Seguì un irritato brontolio e poi la porta si spalancò.

Norbert aveva i capelli arruffati e indossava camicione, berretto e calzini da notte.

“Che cosa diavolo succede?”

“E' per via di Struan: ha appena annunciato che la Nobil Casa si impegna a rispettare l'embargo di armi e oppio non solo in Giappone ma anche in Cina e in tutta l'Asia.”

“Volete scherzare?”

“Tutt'altro, signor Greyforth. E' successo alla cena, un momento fa, l'ha dichiarato davanti a tutti, davanti a sir William, a quasi tutti gli ambasciatori stranieri, all'ammiraglio, a Dmitri, e le parole esatte sono state: “Voglio fare una dichiarazione ufficiale. Dando seguito alla mia lettera pubblicata oggi sul 'Guardian', ho deciso che le navi della Struan non trasporteranno né commerceranno armi e oppio, né in Giappone né in Cina”.” Norbert cominciò a ridere. “Avanti, bisogna festeggiare l'evento.

Quel ragazzo ha decretato la loro fine. E ha fatto di noi la Nobil Casa.” Sporse la testa nel corridoio e chiamò il suo ragazzo numero uno: “Lee!

Champagne, chop chop! Entrate, Edward, e chiudete la porta, gli spifferi sono così freddi da far gelare le palle a una scimmia di ottone”.

Alzò la lampada a olio illuminando la grande camera arredata con un enorme letto a colonne, tappeti e alle pareti quadri a olio che raffiguravano i velieri della Brock. Rispetto alla Struan ne possedevano circa la metà, ma avevano in compenso il doppio delle navi a vapore. Alcuni dipinti erano stati danneggiati dall'incendio, come del resto il soffitto che non era stato ancora riparato del tutto. I comodini erano zeppi di libri e un volume aperto giaceva anche sul letto.

“Quel bastardo dev'essere davvero uscito di senno.” Norbert ridacchiò.

“La prima cosa da fare è cancellare il duello, bisogna tenerlo in vita. E adesso questo...”

All'improvviso la gioia svanì dal suo volto.

“Aspettate un momento, di cosa vado parlando? Ha sollevato un inutile vespaio, perchè lui è il tai-pan della Struan quanto lo sono io. Siete voi lo stupido, e qualsiasi cosa abbia detto questa sera non significa niente a meno che quella baciapile di sua madre non voglia sostenerlo, e non lo farà, non potrà mai farlo perchè ne uscirebbero rovinati.”.

Gornt sorrise. “Non sono d'accordo.” Norbert gli lanciò un'occhiata dura. “Cosa?”

“Sua madre lo sosterrà.”

“Davvero? E perchè?”

“E' un segreto.”

“Che tipo di segreto?” Norbert alzò gli occhi in direzione della porta quando Lee, un anziano cantonese con un lungo codino e un'impeccabile livrea bianca e nera entrò con due bicchieri, la bottiglia di champagne nel secchiello del ghiaccio e un tovagliolo immacolato ripiegato sull'avambraccio. I due bicchieri vennero riempiti in un istante e quando la porta si richiuse alle spalle del domestico cinese, Greyforth accennò a un brindisi. “Alla salute, e alla fine di tutti gli Struan. Di quale segreto parlate?”

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