“Che cosa c'è di tanto importante a bordo della Pearl? Il dannato capitano della Marina Reale Marlowe.” E' in poche parole Norbert spiegò il resto.
“Sposati?” esclamò Gornt. “Siete brillante, signore!”
“Non avrei mai immaginato che Ketterer acconsentisse, ma evidentemente l'ha fatto. Perché? Non ci guadagna niente.” Perplesso, Norbert sorrise con una smorfia di disprezzo. “A meno che... a meno che non abbia convocato Struan e Marlowe a bordo per fare un cicchetto a Marlowe e annullare subito il matrimonio, tanto per far soffrire un pò di più Struan.
Per torturarlo un pò più a lungo.
“Ma ha il potere di farlo?”
“Quella canaglia può fare tutto quello che gli pare e piace, a dir la verità” rispose Norbert sputando nella sputacchiera e gettandovi poi il mozzicone del sigaro. “Ogni uomo della flotta gli deve obbedienza!”
“Volete dire che potrebbe anche spingerli ad andare contro la legge?”
“Mettiamola così: i suoi uomini devono obbedire senza discutere altrimenti ne pagano le conseguenze, che possono andare da qualche frustata all'impiccagione o a un giro di chiglia.
Se volesse potrebbe farvi appendere a uno dei suoi pennoni e poi sostenere di esser stato male informato dai suoi secondi... convincerebbe qualsiasi corte marziale, e nel frattempo voi sareste stecchito.”
“Come mai dunque voi vi... vi opponete a lui così apertamente, signor Greyforth?”
“Perché Ketterer è ligio alla legge, lì allevano così per la Marina Reale, è una razza speciale, e obbediscono agli ordini dei superiori, e noi abbiamo dalla nostra quella piccola canaglia di zia Willie che è il suo superiore. E' lui la nostra vera protezione dalla marina, dall'esercito, dai giapponesi e da tutti i nemici, ma proteggerà il giovane Struan dalla furia di Ketterer?”
“Allora, capitano Marlowe, la richiesta particolare del signor Struan consisteva nell'allontanarvi dalla costa e celebrare il suo matrimonio con la signorina Angélique Richaud?”
“Sissignore.” Marlowe restò sull'attenti, incapace di decifrare l'espressione dell'ammiraglio. Nella grande cabina a poppa Ketterer era in compagnia del suo capitano. Dietro di loro l'aiutante di campo, il luogotenente di bandiera.
“E voi l'avete fatto pur sapendo che erano entrambi minorenni?”
“Sissignore.”
“Fatemi avere un rapporto scritto entro il tramonto nel quale specificate le ragioni del vostro gesto, alla lettera, e tutto ciò che è accaduto, alla lettera. Potete andare.”
Marlowe salutò e si incamminò verso l'uscita mentre Ketterer si rivolgeva al capitano, un uomo dal volto rugoso e segnato dalle intemperie, noto per la severità della disciplina che imponeva a bordo della sua nave e per la sua adorazione dei regolamenti navali.
“Capitano Donovan, potreste esaminare la posizione legale?”
“Sissignore.” Gli occhi azzurri del capitano erano impietosì.
“Bene, allora questo è tutto... per il momento.” Fu questa l'ultima frase sentita da Marlowe mentre chiudeva la porta e il suo cuore riprendeva a battere.
Struan aspettava con aria sospettosa nell'anticamera, in compagnia di due marinai di guardia. “Siete stato punito?”
“No, niente affatto” rispose Marlowe con calma.
“L'ammiraglio vuole un rapporto scritto, questo è tutto. Torno sulla mia nave. Ci vediamo più tardi.”
Prima che se ne potesse andare davvero però la porta della cabina si riaprì e di nuovo ebbe un tuffo al cuore. Il capitano Donovan gli passò accanto senza neppure vederlo. Intanto il luogotenente di bandiera diceva: “Signor Struan, con i rispetti dell'ammiraglio, volete accomodarvi, prego?”.
Struan entrò. Anziché seguirlo, il luogotenente richiuse la porta e rimase ad aspettare nel corridoio a portata di voce. Prima di andarsene, Marlowe scambiò con lui un'occhiata che tuttavia non riuscì a decifrare.
Ovviamente nessuno dei due poteva parlare davanti ai marinai.
Ormai solo nella cabina, Ketterer invitò Struan a sedere. “Come prima cosa vorrei congratularmi con voi” disse con rigido formalismo allungando la mano destra.
“Vi ringrazio.” Si strinsero la mano e Struan trovò la stretta dell'ammiraglio salda e il suo palmo stranamente morbido. “E come seconda?”
“Come seconda cosa mi sembra che dovrete darvi molto da fare per mantenere le vostre promesse.”
“Prego?”
“A quanto pare avete sollevato un bel vespaio nel vostro ambiente.
Sembra che sir William sia assediato dalle lamentele.”
“Come vi ho già detto farò del mio meglio.”
“Dovrete fare molto di più, temo, signor Struan.”
“Scusate, ma che cosa significano le vostre parole, ammiraglio?”
“Non significano niente di più e niente di meno di quel che già avete promesso di fare.” Nel breve silenzio che segui Struan decise che non si sarebbe lasciato dominare e che non avrebbe perso mai di vista il fatto che quell'uomo in piedi di fronte a lui era colui che aveva reso possibile il suo matrimonio.
No, non possibile, si corresse, colui che aveva “dato l'autorizzazione” a che fosse reso possibile. Era stato John Marlowe ad avere il fegato di prendere l'iniziativa.
“Il capitano Marlowe non è nei guai, vero?”
“Il capitano Marlowe è soggetto ai regolamenti navali.”
“Sì, è naturale, ma credo che il fatto di averci uniti in matrimonio sia previsto dai regolamenti navali, signore. Ho letto meticolosamente il paragrafo in questione e non vi si parlava di limite d'età, anzi, a dire il vero, non si accennava in alcun modo al problema dell'età.”
“Il regolamento dichiara altresì che qualsiasi matrimonio celebrato in mare è soggetto a un'immediata revisione, se possibile. E in questo caso lo è.”
“Dunque io sono sposato e non sono sposato, è questo che intendete dire?”
“Io mi limito a sottolineare, signor Struan, che come in tutte le questioni che riguardano la marina, gli eventi anomali sono passibili di revisione.” Struan si costrinse a sorridere. “Giustamente.
Ma...” stava per dire “la mia lettura” ma saggiamente cambiò idea, ”... ma secondo la mia interpretazione dell'ordine, signore, voi lo autorizzavate a celebrarlo.” Ketterer alzò un sopracciglio.
“Il capitano Marlowe vi ha mostrato un ordine sigillato ricevuto da me?”
“Per come l'ho potuto capire, signore, nell'ordine gli si dava un'autorizzazione ufficiale, e confesso di aver fatto tutto il possibile per conoscere le parole esatte e convincerlo che andavano interpretate in questo senso.”
“Non dubitavo che l'avreste fatto” ribatté bruscamente l'ammiraglio.
“Dunque si trattava di un'autorizzazione ufficiale oppure no?”
“Il mio ordine era espresso chiaramente.
Qualora voi gli aveste richiesto un particolare favore lui avrebbe potuto accordarvelo, se lo desiderava. Ieri sera non avete accennato al fatto di volervi allontanare dalla costa? Questa poteva essere la vostra particolare richiesta, poiché gli ordini erano di compiere le esercitazioni senza allontanarsi dall'ammiraglia.
“ Struan lottava duramente per non perdere l'equilibrio sentendo il precipizio aprirglisi sotto. “Sì, signore.
Sì, avreste potuto pensarlo.
Qualsiasi incomprensione vi sia stata è dipesa da me, non dal capitano Marlowe.”
“Ne terrò conto, signor Struan.” Malcolm aveva osservato il suo interlocutore con grande attenzione e aveva ascoltato le sue parole con maggior concentrazione nel tentativo di capire dove volesse andare a parare.
Ora temeva che quella non fosse altro che la continuazione del gioco del gatto col topo. Sono ancora nelle sue grinfie. Non me ne libererò mai?
“Posso chiedervi, ammiraglio, perchè avete dato al capitano Marlowe un'autorizzazione in piena regola sapendo che io l'avrei fraintesa?” Struan guardò Ketterer con fermezza senza dimenticare che fino a quando la cerimonia non fosse stata dichiarata illegale lui era sposato.
“Ieri sera pensavo che non l'avreste fatto.” Durante la notte Ketterer era stato perseguitato da Consuelo.
“ Dai una possibilità a quel giovane, Charles” gli aveva detto con quel suo accento adorabile e armonioso, sensuale nel ricordo quanto i suoi profondi occhi neri. “A noi non ne furono mai date, perchè non darne una a lui? Ricorda che non eri molto più vecchio. Hai ottenuto un'enorme concessione, e certamente manterrà la sua promessa.
Perché non mostrare un pò di quella generosità che i nostri genitori e l'ottuso ammiragliato allora ci negarono? E' tanto innamorato, Charles, è innamorato come lo eri tu, ma a differenza di te quel giovane ha già sentito su di sé la mano crudele del destino...”
Si era risvegliato con le parole di lei che gli risuonavano nelle orecchie, il modo in cui pronunciava il suo nome che ancora lo commuoveva dopo tutti quegli anni. Ma non si tratta dello stesso caso, gli Struan sono commercianti e contrabbandieri di oppio e armi. Non potrò mai dimenticare i miei marinai morti. Mi dispiace, mio perduto amore, quel matrimonio verrà immediatamente dichiarato illegale e Struan non si sgancerà dal mio amo.
Il dovere prima di tutto.
Ora, guardando Malcolm e pensando a come era entrato nella cabina zoppicando, ma determinato a sembrare forte quando sia Hoag che Babcott gli avevano confermato in privato che il giovane soffriva giorno e notte e che probabilmente non avrebbe mai più potuto correre né cavalcare, e ricordando le parole di Consuelo: a differenza di te... la mano crudele del destino...
Sospirò. “Un capriccio improvviso, signor Struan” disse decidendo di mostrare clemenza, “unito alla convinzione che manterrete le vostre promesse.” Si alzò rivedendo ancora il sorriso di Consuelo e andò verso la credenza sentendosi stranamente giovane.
“Uno sherry?”
“Vi ringrazio.” Struan cercò di alzarsi ma vacillò, debole per il senso di sollievo che gli dava l'affermazione di Ketterer.
“Ve lo porto io. Tio Pepe? Bene. Alla salute!” Brindarono. Ketterer bevve un grande sorso del suo liquore.
“State a sentire, giovanotto” disse con una voce insolitamente gentile e tranquilla, “dovrò naturalmente consultare sir William e chiedergli di leggere i regolamenti navali.
E' più che probabile che il rapporto del capitano Marlowe, fatte le debite considerazioni, venga accettato.
Dobbiamo essere sicuri che i nostri ufficiali siano sempre consapevoli delle conseguenze di ogni azione intrapresa di loro iniziativa, tuttavia il capitano non si troverà “nei guai” come avete detto voi. Considerate questo un segreto. Capite?”
“Sì, signore. Vi ringrazio. Farò come promesso.” Struan inspirò profondamente. “Dunque il mio matrimonio è valido?”
“Questo dipende dal vostro punto di vista. Per ciò che riguarda me e la marina io credo che sia legale e dunque dovrebbe essere legale anche per la legge dei civili.
Per ciò che invece concerne le vostre due Chiese e le inevitabili conseguenze che dovrete affrontare, vi suggerisco di affilare le armi e prepararvi al peggio.
Ancora congratulazioni, come prima cosa. I miei omaggi alla signora Struan, in privato, ovviamente.”
Capitolo 43
†
A tramonto la notizia si era diffusa in tutto l'Insediamento, la Città Ubriaca e lo Yoshiwara.
Immediatamente erano state azzardate mille ipotesi, a voce alta e spesso in toni molto polemici, mentre qualcuno avanzava le più diverse teorie pro o contro quel matrimonio: alcuni ritenevano la cerimonia completamente illegale, altre lo negavano con impeto e quasi tutti i mercanti più litigiosi i e tutti i frequentatori della Città Ubriaca, ricorrevano spesso al turpiloquio, a gesti osceni e ai pugni per sostenere le proprie posizioni, mentre i pochi saggi dicevano:
“Ah, la giovane e astuta canaglia, ecco perchè si coltivava l'ammiraglio! Era uno scambio di favori!
Intelligente, fossi stato in lui avrei fatto lo stesso. Adesso che se l'è sposata sarà ancora così contrario all'oppio e alle armi? Non ci credo...”.
I Complici i nuovi argomenti di discussione, nella Città Ubriaca scoppiarono parecchie risse e un bar bruciò.
Si diceva che padre Leo fosse prostrato davanti al suo altare in seguito a un colpo apoplettico mentre in quel preciso momento, o così perlomeno supponevano i più, il reverendo Tweet stava facendo fuoco e fiamme con sir William.
Al circolo, intanto, Lunkchurch e Grimm, al solito su posizioni opposte, avevano cominciato a picchiarsi e come sempre erano stati scaraventati sul marciapiede.
Nella loro cabina, Malcolm e Angélique osservavano tenendosi per mano il turbolento comitato di ricevimento raccoltosi sul molo e capeggiato da Jamie McFay.
Il cattivo tempo non si era ancora abbattuto su Yokohama, e solo nel tardo pomeriggio era scesa una breve pioggerella.
Il vento soffiava sempre con forza e il cielo era coperto ma il comitato di benvenuto non si bagnò.
“Eccoci qua, signora Struan” disse Malcolm abbracciandola. Lei lo baciò sussurrandogli: “Sì, mio caro marito, oh Malcolm, suona così strano, insolito, così meraviglioso. Non è un sogno, vero?”.
“No, ma mi sento anch'io come te.”
La lancia ondeggiò spingendoli uno contro l'altra tra le risate generali e poi scivolò sull'acqua tra grida e saluti mentre il nostromo compiva la migliore manovra d'attracco della sua vita. “Prendete le gomene, ragazzi” ordinò, ma non ce ne sarebbe stato bisogno perchè molte mani si erano tese, ansiose di aiutare.
“Congratulazioni, tai-pan. Signora Struan, congratulazioni” gridò Jamie. Quando le urla e gli urrà generali raggiunsero l'interno del circolo dall'altra parte di High Street, tutti i presenti uscirono e andarono a unirsi al gruppo già sul molo.
Persino la signora Lunkchurch e la signora Grimm si avvicinarono allegramente per congratularsi con i novelli sposi.
Gornt e Norbert Greyforth osservarono la scena dalle finestre, al primo piano del loro palazzo. Davanti ai portoni di tutte le case della via i domestici cinesi guardavano la scena con gli occhi sbarrati mentre i samurai si raggruppavano perplessi alla porta settentrionale.
I ministri e il personale delle ambasciate uscivano dalle legazioni: sir William con un'espressione dura, accompagnato da un sorridente Phillip Tyrer, Michaelmas Tweet con la fronte corrucciata e uno sguardo che lanciava fiamme, Zergeyev sorridente e vociante, Dmitri che si felicitava a gran voce sventolando una bandiera americana, Seratard e André divisi tra la felicità che il matrimonio fosse stato celebrato e la stizza per non essere stati consultati.