La sala da pranzo era grande e lussuosa quanto quella della Struan, l'argenteria era ugualmente bella, il vino migliore e la biancheria da tavola più ricercata. I camerieri cinesi indossavano la livrea. In piedi, davanti al camino scoppiettante, Marlowe, Pallidar e Dmitri aspettavano per salutarla.
Le baciarono la mano e si complimentarono con lei per il cappellino che, come voleva la moda, non si era tolta. Marlowe e Pallidar indossavano l'uniforme da libera uscita. Angélique ricambiò i saluti e lì ascoltò con elegante e seducente distacco, la mente occupata da Gornt e da quello che aveva detto e taciuto.
“Adesso che è arrivata la nostra graziosa ospite vogliamo accomodarci?” Gornt le assegnò il posto a capotavola e si sedette di fronte a lei. La tavola era abbastanza piccola da sembrare intima e tuttavia abbastanza grande da incutere soggezione. “Un brindisi” disse sollevando il calice di champagne. “Alla signora!” Mentre bevevano Gornt tenne gli occhi fissi in quelli di Angélique: un garbato invito. Lei rispose con un sorriso che non svelava i suoi pensieri.
Il tempo non manca, pensò Gornt soddisfatto di essere il padrone di casa e ancor più soddisfatto di se stesso. Quante cose non ho raccontato, le migliori, ma non potrò dirle a lei.
Il giorno prima della sua partenza da Hong Kong Tess Struan lo aveva mandato a chiamare, in segreto. “Ho esaminato bene le carte, signor Gornt. Non è del tutto sicuro che il materiale provocherà il fallimento della Brock come voi prevedete.”
“Io ne sono sicuro, signora” ribadì lui, impressionato dalla perspicacia negli affari di quella donna. “Sono sicuro che abbiate tutto il necessario per scoperchiare il vaso di Pandora.” Avevano scelto insieme quel nome segreto per l'impresa. “Per completare il mosaico e garantirvi il successo vi manca soltanto un tassello.”
“E sarebbe?”
“Il timbro ufficiale di Norbert. E' nella sua cassaforte a Yokohama.” Tess aveva sospirato e si era appoggiata allo schienale della poltrona.
Era evidente per entrambi l'importanza di quel timbro che apposto su un documento qualsiasi con l'intestazione della Brock, correttamente formulato e datato, avrebbe impegnato la filiale di Yokohama tramite Norbert a rispettarne i contenuti.
Non era necessario dire ad alta voce che ogni sorta di informazione incriminante poteva essere messa nero su bianco, retrodatata e poi scoperta per caso o fatta scivolare clandestinamente in un fascicolo di documenti. Chi avrebbe potuto contestare una lettera con sigillo, dopo la morte di Greyforth?
Entrambi sapevano quanto quel timbro fosse prezioso.
Morgan e Tyler Brock si erano fortemente impegnati nel complicato e geniale progetto di accaparramento dello zucchero hawaiano, già concluso sulla carta.
Avevano scambiato in anticipo il raccolto di zucchero con cotone del Sud da loro prevenduto a dei garanti francesi la cui compagnia era in via eccezionale non soggetti al blocco imposto dal Nord grazie all'appoggio e alla protezione del Congresso, anche perchè la Francia era alleata storica degli Stati Uniti.
Dalla Francia avrebbero poi legalmente inviato il cotone via Ginevra alle manifatture del Lancashire, disperatamente bisognoso di materia prima.
Il rischio era minimo: se il governo dell'Unione avesse conosciuto ufficialmente la destinazione finale del cotone avrebbe dovuto impedirne l'esportazione facendolo sequestrare, perchè pur essendo la Gran Bretagna in apparenza neutrale, la maggior parte degli inglesi erano attivi alleati della Confederazione.
Si trattava di una circostanza improbabile perchè esisteva un accordo ad alti livelli che favoriva l'intermediazione francese che, come i documenti di Gornt rivelavano, in realtà era gestita da una società della Brock. La non interferenza del governo era ulteriormente garantita dal fatto che gran parte dello zucchero sarebbe stato venduto all'Unione, che ne aveva disperato bisogno, in cambio di armi che la stessa Brock avrebbe subito importato in Asia.
I profitti previsti erano immensi. Chiunque fosse il vincitore della guerra civile, l'importanza della Brock nelle relazioni tra Asia e America sarebbe diventata preminente e in Asia addirittura assoluta. Era del tutto inconcepibile che l'operazione fallisse perchè era finanziata dalla Victoria Bank di Hong Kong, la banca più potente della colonia.
Il consiglio di amministrazione della Victoria, di cui Tyler Brock era uno dei dodici membri, aveva approvato senza difficoltà l'iniziativa, che la Brock and Sons avrebbe ufficialmente garantito con il deposito di azioni e di liquidi.
La Victoria Bank era di fatto un braccio al servizio della Brock. Il vecchio Brock l'aveva fondata nel '43, aveva scelto gli altri soci escludendo dal consiglio di amministrazione i dirigenti della Struan e si era riservato una compartecipazione del quaranta per cento e una maggioranza di voti nel consiglio di almeno nove a tre.
Oltre a sostenere la Brock sulla scena internazionale, il consiglio aveva accettato di distruggere la Struan impossessandosi delle sue cambiali ed esigendo il pagamento di tutti i debiti che scadevano il 30 gennaio. Le discutibili modalità di quella acquisizione clandestina, diluita nel tempo, erano ampiamente dimostrate dai documenti di Gornt.
Gornt aveva spiegato a Tess che finalmente la Brock and Sons era vulnerabile perchè per la prima volta aveva impegnato in un'impresa la maggior parte del suo capitale.
La Victoria era la chiave per aprire il vaso di Pandora. E la chiave per la Victoria era il suo consiglio di amministrazione. Bisognava sovvertirlo, ribaltarlo e togliere al momento giusto il sostegno finanziario a Tyler e Morgan lasciandoli privi dei fondi necessari a oliare il meccanismo.
Nel frattempo le prove documentate di Gornt e la notizia che la Victoria non avrebbe più sostenuto l'affare sarebbero state spedite con il mezzo più veloce ai funzionari di Washington che non avrebbero più osteggiato il sequestro: in assenza di una copertura bancaria sarebbe mancato lo zucchero da scambiare contro cotone e armi.
Ma bisognava agire al più presto, prima di essersi assicurati il controllo dei voti del consiglio.
La strategia per impadronirsi del consiglio di amministrazione era il fulcro del piano di Gornt.
I documenti rivelavano alcuni episodi altamente compromettenti per due membri del consiglio fedeli a Tyler Brock, fatti tanto gravi da garantire il loro voto a chiunque ne possedesse la documentazione. Sette contro cinque. Altri episodi, seppure meno scandalosi, riguardavano un terzo membro del consiglio. Un probabile sei contro sei.
Secondo il piano di Gornt, Tess avrebbe incontrato in forma privata il presidente, gli avrebbe sottoposto le prove, informandolo che i particolari del piano erano già stati spediti a Washington, e gli avrebbe proposto “di togliere l'appoggio alla Brock per darlo a voi e alla Struan garantendovi una proroga di sei mesi sui debiti della compagnia e due posti nel consiglio, di assumere l'immediato controllo della Brock e di venderne i beni a prezzi di liquidazione così da coprire i debiti lasciando che Tyler e Morgan Brock affoghino nello zucchero che non sono in grado di pagare.
Infine la banca dovrà accettare di dividere quel quaranta per cento delle sue azioni, già della Brock ma ormai acquisite, in quattro parti: una per il presidente, una per due membri del consiglio a sua scelta e una per la Nobil Casa”.
“In cambio di che cosa? Perché la banca dovrebbe giocare contro Tyler?” aveva chiesto Tess. “O piuttosto fare il doppio gioco, come dite in America?”
“Signora, si tratterebbe di un triplice gioco. Perché mai il consiglio dovrebbe balzare sul mio progetto?
Perché tutti loro, dal presidente all'ultimo dei membri, ne uscirebbero con lauti guadagni e perchè in segreto odiano e temono Tyler, come tutti. Invece non odiano voi, che rappresentate la Nobil Casa e non costituite una minaccia per loro. L'odio, non solo il denaro, è il grasso che fa girare la ruota. “
“Non sono d'accordo, ma non importa. Torniamo a questo mitico timbro.
Che cosa proponete di farne?” aveva indagato Tess con un sorriso cinico. “Se riuscite a impossessarvene.”
“Tutto quello che vorrete, signora.”
“Potreste portarlo qui con la Prancing Cloud.”
“No, mi dispiace, la Cloud tornerebbe troppo presto, a meno che non la lasciate in giro per un paio di settimane. Comunque lo porterò per tempo.”
“Perché rimandare? Speditemelo, Strongbow è affidabile.”
“Lo porterò per tempo.” Gornt ricordò come i suoi occhi chiari e apparentemente innocenti fossero diventati penetranti come l'acciaio.
Lo prometto.”
“Tralasciamo per un attimo questo argomento. Qual è il prezzo, signor Gornt?”
“Preferirei parlarvene al mio ritorno, signora.” Lei aveva riso senza allegria. Immaginavo. Pensavo che ormai mi conosceste abbastanza bene per non cercare di imporre a me e alla Struan certe condizioni. Volete rimandare fino all'ultimo momento, cioè fino a quando avrò già dato l'assalto sia a Tyler che alla banca, e la Struan sarà irrimediabilmente esposta e io costretta ad accettare qualsiasi vostra richiesta?”
“Occorre fiducia da entrambe le parti. Vi ho dato le prove di cui avete bisogno per distruggere Tyler e Morgan Brock in cambio di un affare futuro che mi avete promesso. Mi fido della vostra parola, signora.
Non tarderò molto, prometto di essere di ritorno quanto prima. Tornerò da Yokohama con la ciliegina che completerà la torta e con una richiesta ragionevole.”
“Non mi sono mai piaciute né le torte né le ciliegine, signor Gornt, perchè quand'ero bambina mio padre mi ha insegnato a suon di botte a non mangiare dolci. Il prezzo?”
“Vi assicuro, signora, sarà un prezzo che pagherete volentieri, lo giuro sul mio onore e sulla mia parola di gentiluomo.” Tess lo aveva fissato in viso. “E io vi assicuro, signor Gornt, che se mi farete un gioco, un doppio gioco o un triplice gioco io vi renderò sommamente infelice, oltre a farvi diventare persona non gradita in Asia e in tutto l'impero. Lo giuro sul mio onore e sulla mia parola di tai-pan della Nobil Casa...”
Gornt si raggelò al ricordo della violenza con cui lo avevano investito le parole di Tess e dell'orgoglio con cui aveva proclamato di essere il tai-pan della Nobil Casa, benché “soltanto temporaneamente”. All'improvviso capì che quella donna era davvero il tai-pan e che colui che presto avrebbe ricevuto quel titolo non ne avrebbe mai ereditato il potere.
Capì anche con un brivido di paura che avrebbe avuto a che fare con lei per molto tempo e che forse per distruggere la Brock stava creando un mostro pronto a rivoltarsi contro di lui.
Dio del cielo, Tess può davvero distruggermi per sempre! Che cosa devo fare per averla come alleata anche in futuro? Devo farne un'alleata, a tutti i costi.
Le risate di Dmitri e di Marlowe lo riportarono al presente. Ritrovò il suo equilibrio. Candele, tavola apparecchiata, argenteria raffinata e buoni amici. A Yokohama era al sicuro, con il timbro già ben nascosto, la lettera già scritta e retrodatata che avvalorava le esigue prove contro il membro determinante del consiglio di amministrazione e un'altra lettera che insinuava la complicità del presidente.
Senza di loro il consiglio cadrà in mano nostra come un castello di carte, sicuramente, e non saprà resistere all'occasione unica e irripetibile di vendicarsi di Tyler e Morgan Brock. Non devo temere Tess Struan, siamo l'uno nelle mani dell'altra.
Posso davvero ritenermi soddisfatto. Ho ventisette anni, la testa di Morgan è praticamente già caduta nel mio cesto, sono il tai-pan della futura Rothwell-Gornt e presiedo una magnifica tavola con molti servitori in attesa di ordini. E poi c'è lei, bella, presto molto ricca, innamorata di me nonostante si sforzi di nasconderlo e mia futura sposa, comunque vadano le cose, perchè un figlio di Malcolm non potrebbe che aumentare il suo prezzo agli occhi di Tess, un prezzo enorme ma anche un grande affare che lei sarà felice di accettare!
“Salute e lunga vita” brindò tra sé alzando il bicchiere verso Angélique in un brindisi destinato a se stesso e alla loro unione, sicuro che il futuro fosse dalla loro parte.
Gli ospiti non si accorsero del brindisi silenzioso, erano troppo impegnati a chiacchierare e a competere per l'attenzione della dama.
Gornt li osservò con calma, ma i suoi occhi erano soprattutto per lei.
Poi diede un colpo sulla tavola.
“Angélique, signori, la vostra attenzione, per favore. Ci attendono una minestra al curry con sherry, pesce con cipolle al forno, olive e Pouilly Fuissé ghiacciato, sorbetto e champagne, poi un arrosto con patate e Saint-Emilion, il cuoco ha “trovato” un ottimo taglio di manzo Struan, non preoccupatevi, signora” aggiunse ridendo, “lo ha comprato, non rubato.
Poi sformato di pollo e per finire una sorpresa veramente degna di questo nome.”
“Che cosa?” chiese Marlowe.
“Aspettate e vedrete.”
Gornt lanciò un'occhiata ad Angélique.
Lei rispose con il suo sorriso enigmatico che tanto gli piaceva, simile a quello indimenticabile di Monna Lisa, visto al Louvre durante un viaggio a Parigi.
“Possiamo fidarci del padrone di casa, capitano” mormorò lei.
“Non credete?”
Capitolo 55
†
Domenica, 11 gennaio
Quella notte Angélique si svegliò in preda ai sudori freddi: era tornata indietro nel tempo, alla Legazione francese, con le bottigliette della mama-san sul comodino, una già vuota e l'altra pronta per essere stappata e bevuta non appena fossero cominciati i crampi.
Scoprendosi nel proprio letto caldo, con le braci ancora rosse nel camino e la luce della lampada che disegnava ombre nette nella stanza, si acquietò e ascoltò il suo corpo.
Nessun segnale, né crampi né dolore di pancia.
Grazie a Dio, pensò, devo aver sognato che fossero cominciate le mestruazioni. Si rilassò sul materasso di piume e osservò il fuoco.
Non era del tutto sveglia, e le figure disegnate dai tizzoni ardenti si confondevano con il ricordo dei tetti di Parigi al tramonto, evocavano la casa dei suoi sogni in Provenza, immersa in un paesaggio estivo, e un bambino pacificamente addormentato tra le sue braccia.
“Jésus, Marie, vi prego, fate che non arrivino. Vi prego.”
Il pomeriggio del giorno prima aveva ricevuto una visita di Babcott.