“Oh, mamma, c'è davvero? Ci sono davvero le diecimila sterline?
Come hai fatto a scriverlo?”
“Prendi una penna pulita e scrivi con attenzione il tuo messaggio con un liquido che ti darò io oppure con il latte e lascialo asciugare.
Quando avvicini la carta come ho fatto adesso apparirà lo scritto.” Accese un altro fiammifero e con grande serietà bruciò un angolo del foglio.
Restarono a guardarlo bruciare in silenzio. Schiacciò poi le ceneri sotto il piede calzato in un minuscolo stivaletto. “Quando sarai tai-pan non ti dovrai fidare di nessuno” disse. E inspiegabilmente aggiunse: “Nemmeno di me”.
Ora Struan protese la lettera della madre verso la fiamma della candela. Le parole comparvero nitide:
Mi addolora dirti che tuo padre è morto vaneggiando, inebetito dal whisky. Deve aver corrotto un servo per farselo comprare.
Tutto il resto te lo racconterò a voce. Grazie a Dio ha finito di soffrire, ma sono stati i Brock, il mio stramaledetto padre e mio fratello Morgan, che non ci danno pace e gli hanno fatto venire quei colpi...
L'ultimo è stato appena dopo la tua partenza, quando abbiamo scoperto troppo tardi i dettagli della manovra segreta delle Hawaii contro di noi. Jamie è al corrente di qualche dettaglio.
Per un attimo Malcolm smise di leggere inviperito. Presto ci sarà una resa dei conti, promise a se stesso prima di riprendere la lettura:
Diffida del nostro amico Dmitri Syborodin. Abbiamo scoperto che è un agente segreto di quel rivoluzionario, il presidente Lincoln, e non un sudista come dichiara. Diffida di Angélique Richaud...
Sentì un tuffo al cuore:
Il nostro agente a Parigi mi ha scritto che lo zio della ragazza, tale Michel Richaud, ha fatto bancarotta subito dopo la sua partenza e adesso si trova nella prigione dei debitori. Altri fatti: suo padre frequenta cattive compagnie, ha ingenti debiti di gioco e racconta agli intimi che presto rappresenterà tutti i nostri interessi francesi, ho ricevuto a questo proposito la tua lettera dei quattro nella quale, presumo dietro istigazione della ragazza, me lo raccomandi, non rappresenterà mai niente per noi, è insolvente. Un altro dei suoi segreti: entro l'anno diventerai suo genero. Ridicolo, sei troppo giovane per il matrimonio, e non potrei immaginare un'unione peggiore. Separatamente o in combutta, quei due stanno cercando di metterti in trappola, figlio mio. Agisci con circospezione e diffida degli inganni femminili.
Per la prima volta nella sua vita era furente verso la madre.
Appoggiò con mano tremante il foglio sulla fiamma nuda e lo guardò bruciare, poi polverizzò le ceneri, spense la candela e la scagliò sul pavimento, si riadagiò in preda a una forte nausea, con il cuore in tumulto. Come osa indagare sul conto di Angélique e della sua famiglia senza chiedermelo!
Come osa commettere un errore tanto grossolano! Di qualsiasi colpa si siano macchiati i suoi parenti, Angélique non è colpevole.
Eppure lei dovrebbe saperlo che le colpe dei padri non possono ricadere sui figli! Il mio adorato nonno non era forse un uomo molto immorale, assassino e pirata come suo padre è tuttora? Quanta ipocrisia! Chi sposo io è faccenda che non la riguarda.
Si tratta della mia vita, e se l'anno prossimo voglio sposare Angélique la sposerò.
Mamma non sa niente di lei, e quando conoscerà la verità l'amerà come l'amo io, altrimenti, per Dio, staremo a vedere! Lei...
“Oh, Cristo” ansimò quando una fitta sembrò volerlo annientare.
Capitolo 12
†
McFay alzò lo sguardo dal mucchio di lettere, documenti e giornali che ingombravano la sua scrivania.
“come sta?” chiese con ansia quando il dottor Babcott entrò richiudendosi la porta alle spalle.
L'ufficio di McFay era spazioso e si affacciava su High Street e sul mare.
“Gli ho dovuto ricucire la pancia per bene, Jamie. Sta come previsto, temo, poveretto. Ho medicato la ferita perchè si erano lacerati alcuni punti e gli ho somministrato una dose di laudano.”
Babcott si sfregò gli occhi arrossati dalla fatica; la giacca pesante che indossava aveva le maniche logore ed era macchiata qui e là da qualche sostanza chimica e da sangue secco.
“Al momento non posso fare molto di più per lui. Che novità ci sono dalla flotta?”
“Perdura lo status quo: le navi sono ai posti di combattimento, la Legazione è sempre circondata dai samurai e si attende da un momento all'altro l'arrivo della Bakufu.”
“Cosa succede se non si fanno vivi?” McFay si strinse nelle spalle.
“Ho ricevuto l'ordine di riportare Malcolm a Hong Kong al più presto, è molto importante per lui, potrei imbarcarlo sul postale che...”
“Lo proibisco nel modo più assoluto!” esclamò Babcott con più durezza di quanto avrebbe voluto. “Sarebbe stupido e molto pericoloso, anzi, pericolosissimo. Se incontrassero un tifone, il che è molto probabile in questo periodo, be'... un vomito continuo e prolungato lacererebbe i punti uccidendolo. No!”
“E allora quando si potrà affrontare un trasferimento senza correre troppi rischi?”
Il dottore guardò fuori della finestra.
Oltre il promontorio le onde erano alte e increspate di spuma.
Nella baia tutto sembrava tranquillo, il cielo era coperto.
Sul piatto della bilancia la propria impotenza e il proprio sapere medico. “Perlomeno una settimana, forse un mese. Dio, solo può saperlo, Jamie, io non sono in grado di fare previsioni.”
“Se a bordo del postale ci fossi anche tu, la cosa cambierebbe?”
“Per l'amor di Dio, no! Ma non mi hai sentito?
No. No! Non deve essere mosso per nessuna ragione. Nove giorni su una nave lo ucciderebbero.” Il volto di McFay si irrigidì. “Quante probabilità ha di farcela? Devo saperlo. E' molto importante per me.”
“Parecchie. La temperatura è scesa a valori più o meno normali e non ci sono segni di infezione.” Babcott si sfregò gli occhi un'altra volta e sbadigliò.
“Scusa, non era mia intenzione alzare la voce. Ma è da mezzanotte che rattoppo ciò che resta di uno scontro tra un marinaio e un soldato nella Città Ubriaca, poi all'alba sono stato chiamato allo Yoshiwara per un'emergenza; ho dovuto ricucire una giovane donna che ha cercato di andare al Creatore con l'aiuto di un pugnale.” Sospirò.
“A Malcolm farebbe bene restarsene il più tranquillo possibile. Direi infatti che sono state le ultime cattive notizie a provocare la lacerazione dei punti.”
La notizia della morte di Culum Struan e della nuova importanza acquisita da Malcolm, con le relative implicazioni, di vitale e immediato interesse per tutti i loro rivali commerciali, si era propagata nell'Insediamento in men che non si dica.
Alla Brock, Norbert Greyforth aveva interrotto una riunione per stappare la prima bottiglia di champagne della cassa che da molte settimane teneva in fresco per quel momento, nella nuova e redditizia ghiacciaia annessa al magazzino, “è la migliore notizia che mi sia arrivata da anni” confidò ridacchiando a Dmitri, “e ho altre venti casse pronte per la festa che darò questa sera.
Un brindisi, Dmitri!” Alzò il bicchiere di purissimo cristallo veneziano. “Al tai-pan della Nobil Casa: fuori il vecchio! E presto fuori anche il giovane, per Dio! E che finiscano sul lastrico entro l'anno!”
“Berrò con te, Norbert, al successo del nuovo tai-pan, a nient'altro” rispose Dmitri.
“Apri gli occhi. Gli Struan rappresentano il vecchio. Noi siamo il nuovo, una volta avevano le palle, forse, all'epoca di Dirk Struan, ma adesso sono fiacchi e deboli come donnicciole, McFay è un debole... con un pò di entusiasmo da parte sua e un pò di capacità di persuasione, la notte dell'omicidio di Canterbury avremmo potuto far sollevare l'intero Insediamento, la flotta, l'esercito, avremmo catturato quell'infame re satsuma e dopo averlo impiccato saremmo vissuti felici e contenti.”
“Hai ragione. John Canterbury dovrebbe essere vendicato in un modo o nell'altro, povero diavolo” disse Dmitri.
“Sai che mi ha lasciato le sue attività?” Canterbury possedeva una delle piccole ditte commerciali specializzate nell'esportazione della seta, soprattutto di bozzoli e uova di bachi da seta.
Si trattava di un commercio molto redditizio con la Francia perchè in questo paese l'industria della seta, che un tempo era stata la più fiorente del mondo, era andata completamente distrutta a causa delle malattie. “John diceva sempre che avrebbe lasciato tutto a me ma non ci avevo mai creduto. Sono anche l'esecutore testamentario...
Zia Willie mi ha consegnato il testamento prima di partire.”
“I samurai sono dei gran bastardi, non c'era nessuna ragione di farlo fuori. E la sua musume? Il vecchio John ne era molto preso; è incinta, non è vero?”
“No, erano soltanto voci. Nel testamento mi chiede di prendermi cura di lei e di darle dei soldi perchè si possa comperare una casetta. Sono andato a trovarla ma la sua mama-san, quel vecchio pipistrello di Raiko, mi ha detto che la ragazza era tornata al villaggio e che ci avrebbe pensato lei a farle recapitare il denaro. Le ho affidato la somma che Johnny aveva lasciato scritto nel testamento. La faccenda mi sembra sistemata.” Pensieroso, Norbert finì il bicchiere di champagne, ne versò un altro e cominciò a sentirsi meglio.
“Dovresti occuparti anche di te” disse a voce bassa ritenendo che fosse giunto il momento giusto.
“Devi pensare al tuo futuro e non a qualche pezza di seta e a dei vermi. Considera il Grande Gioco, il gioco americano. Coi nostri contatti potremmo comprare qualsiasi quantità di armi inglesi, francesi o prussiane, abbiamo appena firmato un accordo esclusivo con la Krupp di rappresentanza per l'Estremo Oriente, a prezzi migliori di quelli che può pagare Struan, consegna alle Hawaii per il trasferimento a... in qualsiasi porto del mondo senza che nessuno faccia domande indiscrete.”
“Brindo alla proposta.”
“Qualsiasi cosa tu voglia noi possiamo procurartela a un prezzo migliore e più in fretta della Struan.” Norbert riempì i due bicchieri.
“Mi piace il Dom Pérignon. E' meglio del Tatt... quel vecchio monaco se ne intendeva di sfumature e zucchero. Come lo zucchero hawaiano” riprese, “ho sentito dire che quest'anno sarà caro come l'oro sia per il nord sia per il sud.” Il bicchiere di Dmitri restò sospeso a mezz'aria.
“Che vuol dire?”
“Vuol dire che, detto tra noi, la Brock and Sons ha il controllo della produzione di quest'anno, cioè Struan non otterrà neanche un sacco da cinquanta chili, e quindi non potrai portare a buon fine il contratto che ti lega a loro. “
“Quando si saprà ufficialmente?” Dmitri socchiuse gli occhi per concentrarsi meglio.
“Ti piacerebbe prendere parte all'affare? Al nostro affare? Potremmo ricorrere a un agente fidato per gli Stati Uniti, nord e sud.” Toccò a Dmitri versare lo champagne. “Che cosa vuoi in cambio?”
“Solo un brindisi: alla caduta della Nobil Casa.”
Altri brindisi si erano levati a Yokohama alla notizia della morte di Culum e della successione del nuovo tai-pan. Avevano esultato anche gli uffici di borsa dell'Estremo Oriente e quelli occidentali che lavoravano con l'Asia.
Alcuni brindisi erano d'augurio, altri di soddisfazione, qualcuno brindava alla successione e qualcuno augurava a tutti gli Struan di bruciare tra le fiamme dell'inferno, qualcuno pregava per il loro successo ma tutti gli uomini d'affari indistintamente si interrogavano sulle conseguenze perchè, piacesse o no, la Struan era ancora la Nobil Casa.
Nella Legazione francese Angélique brindò, sorseggiando controvoglia lo champagne nel bicchiere da poco prezzo e non adatto al vino.
“Si, sono d'accordo, monsieur Vervene.” Pierre Vervene era il Chargé d'Affairs, un uomo calvo, sempre stanco, di circa quarant'anni.
“Il primo brindisi ne impone un secondo, mademoiselle” disse alzando il bicchiere e avvicinandosi a lei.
“Non soltanto prosperità e lunga vita al nuovo tai-pan, ma anche alla... al vostro futuro marito.”
“Là, monsieur!” Angélique appoggiò il bicchiere fingendosi contrariata.
“Ve l'ho raccontato in confidenza perchè sono così felice, così fiera, ma la cosa non deve sapersi fino a quando non sarà monsieur Struan a renderla pubblica, dovete promettermelo.”
“Certo, certo.”
Benché il suo tono fosse rassicurante, in realtà Vervene aveva già progettato di inviare immediatamente un dispaccio a Seratard a bordo dell'ammiraglia, a Edo.
Ovviamente le conseguenze e le opportunità politiche causate da una simile unione sarebbero state enormi sia per la Francia sia per i suoi interessi in Asia.
Mio Dio, stava pensando, se ci comportiamo con intelligenza, e lo faremo, attraverso questa puttanella che non ha altri pregi eccetto un bel faccino, un bel seno, una testa vuota e natiche che promettono una sfiancante luna di miele, controlleremo la Nobil Casa.
Come diavolo avrà fatto a intrappolarlo? Se quello che dice corrisponde al vero, se...
Merde, il poveretto dev'essere ammattito per scegliere come madre dei suoi figli una sgualdrinella senza dote e per di più con una famiglia tanto chiacchierata! Che incredibile fortuna per quell'odioso porco di Richaud che adesso potrà togliersi per sempre dai guai.
“Le mie più sincere congratulazioni, mademoiselle.“
La porta si spalancò e il primo servitore della Legazione, un cinese rotondetto e non più giovanissimo vestito in giacca di cotone, pantaloni e cappellino neri entrò nella stanza carico di posta.
“Heya, padrone, posta, sempre posta!”
Appoggiò con un tonfo lettere e pacchetti sulla scrivania riccamente decorata, guardò la ragazza e uscì ruttando.
“Mio Dio, questi maleducati mi faranno impazzire! Ho detto migliaia di volte a quel cretino di bussare!
Scusate un momento!” Vervene diede una veloce scorsa alle buste: due erano della moglie, una dell'amante; tutte portavano il timbro di due mesi e mezzo prima. E tutte e due chiedono soldi, ci scommetto, pensò acidamente.
“Ah, quattro lettere per voi, mademoiselle.”
Erano in molti a farsi recapitare la posta presso la Legazione.
“Tre da Parigi e una da Hong Kong.”
“Oh! Oh, grazie!” Si illuminò vedendo che due erano di Colette, una della zia e l'ultima dal padre. “Siamo così lontani da casa, vero?”