Gai-Jin (163 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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“Scusa, Jamie, non volevo... non volevo essere...” Strongbow si asciugò il sudore dalla fronte: “Che cosa vuoi che faccia?”.

Dopo quella che a tutti e due parve un'eternità, le orecchie ancora ronzanti, la mente confusa, McFay mormorò: “Non lo so”.

“In una situazione normale lo seppelliremmo in mare, perchè non si può tenere... ma lo si potrebbe anche seppellire a terra... che cosa vuoi che faccia?”

La mente di Jamie sembrava funzionare al rallentatore. In quel momento notò Ah Tok accovacciata accanto alla cuccetta, una fragile vecchietta che si dondolava sui talloni aprendo e chiudendo la bocca senza che ne uscisse nessun suono. “Ah Tok, adesso vai di sopra, non c'è niente da fare qui per te, heya?”

La donna non gli prestò attenzione. Continuò a dondolarsi avanti e indietro muovendo le labbra senza rispondere. McFay fece un altro tentativo e poi si rassegnò. Si rivolse a Strongbow: “Tu aspetta qui che arrivino Babcott o Hoag”.

Risalito sul ponte si avvicinò ad Angélique e le si inginocchiò accanto, nel buio che precede l'alba, ma neanche lei volle rispondergli malgrado lui le si rivolgesse con tenerezza, dicendole quant'era dispiaciuto, terribilmente dispiaciuto, cercando di consolarla. Si limitò ad alzare gli occhi per un istante senza riconoscerlo: grandi occhi azzurri nel volto pallido, poi si immerse di nuovo nelle coperte e ricominciò a fissare il ponte senza vederlo.

“Io torno a terra, Angélique, a terra. Capite? E' ... è meglio dirlo a sir William, capite?” Vide che la ragazza annuiva e la sfiorò con una carezza paterna. Nel corridoio disse a Strongbow: “Metti la bandiera a mezz'asta, tieni tutti gli uomini a bordo, gli ordini precedenti sono annullati. Tornerò appena possibile. La cosa migliore da fare è non toccare niente fino all'arrivo di Hoag o di Babcott”.

Tornato a riva si era sentito male e poi, si era avviato incontro a Norbert e Gornt. Gornt era evidentemente sconvolto mentre gli occhi di Norbert brillavano e, attraverso la sua disperazione, Jamie lo sentì dire: “Malcolm morto? Che cosa gli è successo?”.

“Non lo so” rispose lui annaspando in cerca di parole, di pensieri coerenti. “Abbiamo... abbiamo mandato a chiamare Babcott ma a una prima occhiata sembra che sia morto a causa di un'emorragia, devo comunicarlo a sir William.” Si voltò per andarsene ma la risata di scherno di Norbert lo fermò.

“Vuoi dire che la giovane canaglia è morta fottendo? E' morto mentre si dava da fare? Io sono venuto qui per ammazzarlo e lui se ne è andato fino alle porte celesti dandosi da fare in un letto? Il vecchio Brock non sopravviverà alle risate...”

Accecato dalla rabbia McFay si lanciò in avanti colpendolo con il pugno destro sul volto, lo fece cadere ma mancò un violento montante sinistro e perse l'equilibrio cadendo a sua volta sulle ginocchia. Con l'abilità di un gatto Norbert si era rimesso in piedi esprimendo a gran voce la sua rabbia, il volto insanguinato e tumefatto. Cercò di colpire McFay con un calcio alla tempia.

La punta del suo stivale si infilò nel colletto di Jamie che parò in parte il colpo attutendo l'impatto che altrimenti gli avrebbe spezzato il collo anziché farlo rotolare per terra. Norbert si asciugò il sangue e precipitandosi in avanti colpì ancora una volta con i piedi, selvaggiamente. Ma questa volta Jamie se l'aspettava ed era scivolato di fianco prima che Norbert riuscisse a raggiungerlo. Si rimise in piedi stringendo il pugno destro, il braccio sinistro per il momento inutilizzabile.

Per un secondo i due si fronteggiarono, il dolore cancellato dall'odio, mentre Gornt cercava di fermarli. Ma i due caricarono in preda a una furia omicida spingendolo lontano, come fosse una foglia. Pugni, calci, dita negli occhi, attacchi da rissa di strada, colpi bassi con le ginocchia, graffi, abiti lacerati e capelli strappati, qualsiasi cosa pur di avere il sopravvento sull'altro: l'inimicizia di anni esplodeva ora con una ferocia senza pari.

I due uomini erano più o meno della stessa altezza ma Jamie pesava una decina di chili meno dell'altro, Norbert inoltre era più coriaceo e più perfido. All'improvviso tra le sue mani comparve un coltello. Jamie e Gornt gridarono all'unisono mentre lui si lanciava per colpire: mancò il colpo, si riprese e colpi ancora facendo correre il sangue da una ferita aperta nella spalla.

Con un vittorioso grido di battaglia Norbert si lanciò ancora in avanti determinato a ferirlo più a fondo ma senza ucciderlo, e nello stesso istante il pugno di Jamie si abbatté sul naso di Norbert: il setto nasale si ruppe e questa volta l'altro cadde a terra carponi, gemendo, incapace di muoversi, accecato dal dolore, sconfitto.

Jamie restò a guardarlo ansimando mentre Gornt si aspettava di vedergli finire il nemico con un calcio ben assestato all'inguine e uno alla testa e poi magari anche con un bel colpo dato con il tacco della scarpa in modo da rovinargli per sempre i lineamenti.

Perlomeno questo era ciò che lui avrebbe fatto poiché non era degno di un gentiluomo tirare fuori un coltello né schernire la morte di qualcuno, neanche di un nemico, pensò soddisfatto della vittoria di McFay.

La morte di Malcolm non gli faceva alcun piacere. Era una eventualità che non aveva nemmeno preso in considerazione, non per quel giorno almeno. Adesso doveva riorganizzare il suo piano, e in gran fretta.

Ma come, in nome di Dio?

Quella rissa poteva forse tornargli utile? si domandò valutando tutte le possibilità mentre aspettava di vedere quale sarebbe stata la prossima mossa di Jamie.

Ma adesso che aveva vinto, la rabbia di McFay si era placata. Il suo petto si alzava e abbassava al ritmo pesante del suo respiro affannato.

In bocca aveva il sapore della bile e del sangue. Sputò. Erano anni che desiderava umiliare Norbert e finalmente ci era riuscito, una volta per sempre... e aveva anche vendicato Malcolm che era stato deliberatamente provocato.

“Norbert, sei proprio un bastardo” disse. E si stupì di come suonava sgradevole la sua voce e di quanto si sentiva male. “Se ti azzardi a dire un'altra volta qualcosa, qualsiasi cosa, contro il mio tai-pan, o a ridere alle sue spalle, ti faccio a pezzi.”

Barcollando superò Gornt senza quasi vederlo e si diresse verso il molo.

Dopo una quindicina di metri incespicò in una radice sporgente, cadde imprecando e rimase immobile, sulle mani e sulle ginocchia, dimentico di tutto, esausto, distrutto dal dolore.

Norbert si stava riprendendo e sputava sangue, il naso spaccato, un ammasso di sofferenza, fuori di sé per essere stato battuto. Il vecchio Brock non te la perdonerà, stava urlando una voce dentro di lui, perderai il premio e lo stipendio che ti ha promesso e diventerai lo zimbello di tutta l'Asia; sconfitto e pestato e segnato per sempre da quel figlio di puttana che non è nemmeno forte quanto te, un bastardo della Struan Sentì che qualcuno lo aiutava a rimettersi in piedi. Si costrinse a riaprire gli occhi.

Annaspando in cerca d'aria, in uno stato di confusione mentale, viso e mente in fiamme, occhi gonfi e semichiusi, vide a pochi passi di distanza McFay che cercava di rialzarsi dandogli la schiena, e poi vide Gornt che teneva ancora in una mano le due pistole a doppia canna.

Semimpazzito dal dolore, fu assalito da un pensiero: da questa distanza non lo posso mancare e Gornt è l'unico testimone. All'inchiesta diremo: “McFay mi ha puntato contro una pistola, sir William, proprio così, ci eravamo picchiati durante una rissa, sì, ma era stato lui a colpirmi per primo, non è forse vero, Edward?

Di' la verità, davanti a Dio.

Poi, è terribile, vostro onore, è stato terribile ma non so come, un colpo è partito, povero Jamie...” Norbert si impossessò di una pistola e la puntò.

“Jamie!” gridò Gornt per avvertirlo.

McFay si girò, fissò sbigottito l'arma puntata contro di lui mentre Norbert alzava il cane, ma Gornt con un altro grido gli colpi il braccio deviando lo sparo verso l'alto, poi, dando la schiena a McFay, coprì la pistola con il proprio corpo e afferrandola con entrambe le mani, con forza sorprendente, simulò una momentanea lotta con Norbert per il possesso dell'arma.

Senza mai staccare i suoi occhi da quelli di Norbert, che terrorizzato vi lesse soltanto la morte, gli premette le due canne contro il petto e tirò il grilletto. Norbert Greyforth morì sul colpo.

Fingendosi stupito e sgomento, Gornt lasciò che il corpo ricadesse a terra.

Tutto era accaduto nel giro di pochi secondi.

“Dio onnipotente” esclamò Jamie inorridito. Si avvicinò barcollando e si lasciò cadere sulle ginocchia accanto al cadavere.

“Mio Dio, signore, non sapevo cosa fare. Oh, mio Dio, il signor Greyforth vi stava sparando alla schiena e io ho cercato solo... oh, mio Dio, signor McFay... l'avete visto anche voi, non è vero, ho gridato per mettervi in guardia ma... lui vi avrebbe sparato alla schiena... non possiamo fare più niente per lui? Vi avrebbe ucciso...

“ Non era stato difficile convincere McFay che, quasi incapace di intendere, si era affrettato verso l'Insediamento in cerca di aiuto.

Una volta rimasto solo, Gornt sospirò di sollievo compiaciuto di sé.

Era fiero di aver previsto ciò che Norbert era stato in procinto di fare e di aver rischiato il tutto per tutto.

“Quando giochi, tempismo ed esecuzione devono essere perfetti” era una delle frasi che il suo patrigno gli ripeteva in continuazione mentre gli insegnava a giocare a carte.

“Qualche volta capita un colpo di fortuna, giovane Eddie, un dono del destino che ti dà qualcosa di speciale.

Se lo acchiappi al volo fai un buon colpo, vinci il piatto. E non puoi perdere se la sorte è davvero dalla tua parte perchè il tempismo è perfetto.

Però non farti ingannare dal diavolo che ti porterà all'inferno perchè il suo gioco è come quello della sorte ma in un certo senso diverso, e la differenza la riconosci soltanto quando la vedi...”

Gornt sorrise con una smorfia. Certo il suo patrigno non intendeva parlare di un vero colpo di pistola, tuttavia per lui le cose erano andate così: il suo dono del destino si chiamava Norbert.

Tempismo perfetto, colpo perfetto, alibi perfetto.

Norbert doveva essere eliminato per molte ragioni. Una perchè avrebbe potuto limitare in parte il disastro della Brock facendolo ricadere sulla Struan. Un'altra perchè il vecchio Brock aveva ordinato a Norbert di usare qualsiasi mezzo per eliminare Struan, e un'altra ancora, forse la più importante, perchè era un uomo volgare, senza educazione né garbo né senso dell'onore, tutt'altro che un gentiluomo.

Gli insetti già ronzavano intorno al corpo.

Gornt si allontanò di qualche passo e accese un sigaro. Scrutò la Terra di Nessuno ancora avvolta nella foschia: nessun occhio lo stava osservando, niente si muoveva.

Cominciava appena ad albeggiare. Mentre aspettava tolse i proiettili a salve dall'altra pistola, la pistola di Malcolm sulla quale Norbert aveva insistito. Sorrise tra sé. Ci avrebbe pensato lui a scambiarle al momento giusto dando a Norbert, se avesse deciso di combattere anziché cancellare il duello come stabilito, quella innocua.

Che bastardo quel Norbert Greyforth, pensò. Essersene liberati era una buona cosa. Mi dispiace invece per Malcolm. Non importa, adesso tornerò a Hong Kong e concluderò il mio accordo con sua madre... più sicuro. Norbert aveva ragione, è lei il vero tai-pan e io le cederò ciò che avrei dato a Malcolm, i mezzi e le prove per distruggere la Brock e figli, per annientare Morgan, quell'incarnazione del diavolo.

Mia è la vendetta, disse il Signore. Ma non per me. Non per me, Edward Gornt, figlio di Morgan Brock. Ah, Padre, se tu solo immaginassi come sarà gloriosa la vendetta e come sia giusto il parricidio! In pagamento di quel: “Sposerò la puttanella se...”.

E una vera ironia, Morgan, che tu abbia dedicato la tua intera esistenza alla rovina della tua unica sorella e della sua famiglia, e tuo padre ha fatto lo stesso con la sua unica figlia, mentre io, tuo unico figlio, e nemesi, la proteggo e l'aiuto a rovinare te.

Sarà più sicuro trattare con Tess che con Malcolm, oltre che più efficace.

Consegnerà la Rothwell a Shanghai e sottoscriverà i prestiti della Victoria Bank di cui avrò bisogno e mi procurerà un posto nel Consiglio.

No, quello no, quello lo considererebbe giustamente una minaccia, lasciamo il Consiglio per più tardi.

Cooper Tillman sarà il prossimo sulla lista.

Nel frattempo che cosa fare? Partire per Hong Kong il più in fretta possibile. E' strano: Norbert e Malcolm sono morti. Strano.

Morto mentre si dava da fare? Incredibile. Che maniera di andarsene!

Eliminando Malcolm il destino mi ha concesso un altro premio: Angélique.

Adesso è libera e ricca, ricca come la Nobil Casa. Sei mesi basteranno, è il tempo ideale per il lutto, e intanto io mi riorganizzerò. A quel punto Tess Struan sarà contenta di vederla sparire da Hong Kong e dalla sua vita. Sposata con un altro. E se fosse incinta? Di questo mi preoccuperò solo se sarà necessario.

Comunque non fa nessuna differenza, in un modo o nell'altro metterò le mani sulla Nobil Casa prima di quanto avessi previsto.

La sua risata greve si mescolò al ronzio degli insetti.

“C'è fuori il dottor Babcott, sir William” annunciò Tyrer.

“Fatelo entrare, per Dio! George, buongiorno, che cosa diavolo è successo a quel poveretto... che notizia terribile! E che ne è di Angélique?

Come sta? Avete sentito di Norbert? Quel miserabile bastardo ha cercato di sparare alle spalle di Jamie un paio di ore fa!”

“Sì, sì, abbiamo sentito.” Babcott aveva la barba lunga ed era visibilmente scosso. “Hoag l'ha portata, ha portato Angélique alla Legazione francese, siamo tornati insieme a terra... non voleva rientrare nel palazzo Struan.”

“La capisco, non posso criticarla. E come sta?”

“In stato di shock, è naturale. Le abbiamo dato dei sedativi. Sono terribilmente dispiaciuto per lei, qui ha avuto la vita difficile: prima la Tokaidò, poi quel delinquente ronin e adesso... Una grande sfortuna, la peggiore che potesse toccarle. La ferita è profonda.”

“Oh. E... le sconvolgerà la mente?”

“Spero di no, ma non si può mai dire.

E' giovane e forte, ma non si può dire... comunque spero proprio di no.” I due uomini si guardarono con espressione grave e preoccupata. “Una vera disgrazia, per entrambi.

Brutto affare, ci si sente così inutili.” Sir William annuì. “Devo confessare che ero furente per il loro matrimonio ma poi, quando questa mattina ho saputo, ecco, avrei dato qualsiasi cosa perchè non fosse accaduto.” Il suo volto si indurì. “Avete visto il corpo di Norbert?”

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