Gai-Jin (164 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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“No, se ne occuperà Hoag appena sistemata Angélique. Io ho pensato che fosse meglio venire subito da voi a fare rapporto.”

“Ben fatto.

Dunque, che cosa è accaduto a Malcolm?” Malgrado la sua personale angoscia Babcott divenne professionale: “Si è trattato di un'emorragia. Un'arteria o una vena hanno ceduto.

Durante la notte, mentre dormiva, senza soffrire e senza rendersene conto, in caso contrario i suoi contorcimenti avrebbero svegliato Angélique, la vita gli è scivolata via. Farò un'autopsia, devo farla per compilare il certificato di morte”.

“D'accordo, fate come ritenete meglio.” Sir William cercò di distogliere la mente da quella macabra faccenda; gli sembrava particolarmente sgradevole anche perchè detestava trovarsi troppo vicino a un dottore, qualsiasi dottore: per quanto zelo mettessero nella pulizia personale avevano sempre gli abiti macchiati di sangue e un lieve odore di acido fenico o di qualche altra sostanza chimica. “Povero giovane.

Terribile.

E' morto dissanguato, insomma?”

“Sì, per quello che può valere dirlo, Malcolm... nella morte era l'uomo più sereno che io abbia mai visto, come se fosse stato lieto di arrivare dall'altra parte.”

Sir William giocherellò con un calamaio sulla scrivania.

 

“George, è stato per via... per via dell'amplesso? Voglio dire, perchè si era molto eccitato?”

“Probabilmente è questo ciò che è accaduto. Non l'orgasmo in sé ma l'incontrollabile sforzo che genera può facilmente lacerare un tessuto già debole o causare una rottura. I suoi genitali erano in condizioni perfette ma la cavità addominale era invece piuttosto fragile. Avevo riparato parte dell'intestino crasso suturando un paio di arterie, c'erano delle brutte lesioni e non guariva come avrei sperato, il fegato era...”

“Sì, ecco, non ho proprio bisogno di conoscere i dettagli” rispose sir William nauseato. “Mio Dio, il giovane Struan!

Sembra impossibile... e poi Norbert! Se non fosse stato per Gornt ci ritroveremmo tra capo e collo anche un omicidio. Quel ragazzo merita una medaglia.

A proposito ha detto che Jamie era stato provocato e che Norbert meritava le botte che si era preso. Eravate al corrente del fatto che Malcolm e Norbert si dovevano incontrare nella Città Ubriaca per il duello?”

“L'ho saputo un momento fa da Phillip. Due pazzi, dannazione, e li avevo avvertiti!”

“Anch'io. Due pazzi, anche se Gornt giura che entrambi avevano deciso di accettare le scuse dell'altro. Secondo lui, però, questa mattina Norbert gli avrebbe detto di aver cambiato idea e di essere deciso a uccidere Struan. Miserabile bastardo!” A disagio, sir William spostò alcuni oggetti sulla scrivania, cambiò posizione ad alcuni documenti e al piccolo ritratto nella cornice d'argento. “Adesso che cosa facciamo?”

“Per Norbert?”

“No, per Malcolm. Occupiamoci prima di Malcolm.”

“Farò l'autopsia questa sera, mi sono preso la libertà di far portare il corpo a Kanagawa perchè là posso lavorare meglio. Mi assisterà Hoag, e domattina avrete il nostro rapporto. Firmeremo il certificato di morte e tutto sarà a posto.”

“Mi riferivo al corpo” insisté sir William con irritazione.

“Potete seppellirlo come volete. Con questo clima non c'è fretta, il corpo si conserverà.”

“Ci sarà il tempo per mandare la Prancing Cloud a Hong Kong, scoprire che cosa vuole fare sua... la signora Struan. Voglio dire, penso che alla madre farebbe piacere seppellirlo laggiù e che...”

“Mio Dio, non vorrei essere io a doverle comunicare la notizia.”

“Io neppure.” Sir William raddrizzò il colletto della camicia. Come sempre il suo ufficio era freddo, il fuoco nel camino bruciava a stento e gli spifferi che passavano dai vecchi infissi delle finestre molto forti.

“Hoag è il medico di famiglia, se ne occuperà lui. Tuttavia, George, vorrei sapere se il corpo si conserverà abbastanza a lungo: per tutto il tempo necessario a mandare la notizia a Hong Kong, tornare qui e riportarglielo, se sarà questo ciò che vorrà la signora Struan.”

“Fareste molto meglio a decidere voi, decidere di seppellirlo qui o rimandarlo indietro immediatamente, voglio dire. Possiamo conservarlo nel ghiaccio, circondare la bara di ghiaccio e tenerla sul ponte sotto le tende, si conserverà perfettamente.” Sir William annuì, sul punto di sentirsi male.

“Phillip” gridò attraverso la porta, “chiedete a Jamie di venire immediatamente! George, credo che la cosa più saggia da farsi, sempre che resista, sia di rimandarlo a Hong Kong, voi che cosa ne pensate?”

“Concordo con voi.”

“Bene, vi ringrazio, tenetemi aggiornato sul conto di Angélique e non dimenticate la cena di questa sera. E il nostro bridge?”

“Meglio rimandarlo a domani.”

“D'accordo, bene, benissimo. Grazie ancora. Dannazione, dimenticavo Norbert: di lui che ne facciamo?”

“Un funerale veloce, presto dimenticato e non rimpianto.”

“Dovrò svolgere un'inchiesta.

Edward Gornt è un cittadino americano... sta preparando una dichiarazione. Per fortuna Adamson è in licenza altrimenti vorrebbe dire anche lui la sua, è avvocato oltre che Chargé d'affaires degli Stati Uniti, vero?”

“Non farebbe nessuna differenza. Hoag e io possiamo fornire tutte le prove mediche necessarie.” Babcott si alzò e con freddezza aggiunse: “Ma cosa ne pensate dello “sparare alla schiena”? Non sarà una buona pubblicità per Yokohama”.

“Proprio quello che pensavo anch'io.” E il volto di sir William si contorse: “Proprio quello che pensavo anch'io. Preferirei che non si sapesse in giro”.

“Intendete riferirvi ai nostri ospiti?”

“Sì. Dovranno esserne informati, è ovvio. Ma non è il caso di raccontare per filo e per segno l'accaduto, sia nel caso di Struan che in quello di Greyforth. Nel caso di Norbert è ovvio che si tratta di una morte accidentale, ma quanto a Struan?”

“Dite loro la verità” rispose Babcott, furente per quella morte e arrabbiato con se stesso per non aver fatto di più per lui e perchè avrebbe disperatamente voluto prendere Angélique tra le braccia e proteggerla dalla vita e dalle sue minacce.

“La verità è che questa inutile e precoce morte di un giovane gentiluomo è direttamente attribuibile alle ferite riportate in seguito all'attacco sulla Tokaidò!” Con amarezza sir William aggiunse: “Perpetrato da assassini non provocati che non sono ancora stati consegnati alla giustizia. Avete ragione”.

Accompagnò Babcott alla porta, congedò Tyrer con un cenno e andò a fermarsi accanto alla finestra turbato dalla sua impotenza. Devo fare in modo che la Bakufu si sottometta al più presto, altrimenti la nostra speranza di nuove prospettive col Giappone sarà perduta. E loro non lo faranno da soli quindi bisogna dargli una spinta.

Devono comportarsi come persone civili, rispettose delle leggi... intanto il tempo passa e sento che una notte o l'altra ci tenderanno un agguato e ci daranno fuoco mettendo fine a tutto.

Questo è sicuro!” Oh, sì, certo, la rappresaglia poi si abbatterà su di loro con grandi perdite di vite ma nel frattempo io avrò fallito nel mio incarico e saremo tutti morti, e questo è un pensiero davvero irritante. Se soltanto Ketterer non avesse una mentalità così ristretta! Come diavolo faccio a piegare quell'ostinato bastardo alla mia volontà?

Sospirò. Conosceva soltanto una risposta: innanzitutto devi riappacificarti con lui!

Il loro tempestoso incontro della sera prima a proposito dell'eclatante disprezzo dimostrato dall'ammiraglio nei confronti della richiesta della signora Struan, così come delle raccomandazioni dello stesso sir William, che non aveva avuto alcun sospetto dei reali motivi fino a quando non li aveva saputi da Jamie McFay, era degenerato in un aspro confronto: “E' stata una cattiva idea autorizzare Marlowe a...”.

“E stata un'ottima idea! Adesso statemi a sentire...”

“Un'ottima idea? Accidenti! Ho appena saputo che avete ritenuto un'ottima idea interferire stupidamente in questioni politiche e commerciali cercando di barattare un accordo irrealizzabile con il pretendente al trono della Struan alienandovi in questo modo il vero capo della società per sempre!” aveva detto furiosamente. “Ve ne rendete conto?”

“E voi, signore, vi rendete conto di interferire in questioni che sono di precipua competenza del Parlamento, dichiarare una guerra, per esempio, e che la vera ragione per cui dite cose simili e per cui siete tanto scosso è che io non darò mai inizio a una guerra che non possiamo vincere. E che non possiamo neppure combattere con le forze di cui disponiamo attualmente, sempre ché sia possibile vincerla con maggiori mezzi; ed è anche mia opinione che qualsiasi attacco alla capitale verrà giustamente considerato dagli indigeni un atto di guerra, e non un incidente. Buonanotte!”

“Vi siete dichiarato d'accordo per...”

“Per sparare qualche colpo a salve in modo da impressionare i nativi, ma non ho mai detto che avrei cannoneggiato Edo, e per l'ultima volta vi ripeto che non lo farò fino a quando non mi mostrerete l'ordine scritto e approvato dall'ammiragliato. Buona...”

“Marina ed esercito sono soggette al controllo e all'opinione dei civili e per Dio quaggiù il controllo sono io!”

“Sì, lo siete, è vero” aveva gridato l'ammiraglio paonazzo, “ma non avete il comando delle mie navi e fino a quando non riceverò ordini che dicano il contrario, approvati dall'ammiragliato, farò della mia flotta soltanto ciò che riterrò più opportuno. Buonanotte!”

Sir William andò a sedere alla sua scrivania e con un sospiro prese una penna e un foglio di carta intestata:

Stimato ammiraglio Ketterer, gran parte di quanto avete detto ieri sera era corretto. Vi prego di scusare l'uso improprio di alcune parole da parte mia dovuto all'eccitazione del momento. Forse sarete così gentile da voler passare da me nel pomeriggio. Immagino siate al corrente della triste morte del giovane Struan, che secondo il dottor Babcott è “direttamente attribuibile alle ferite causate dal non provocato attacco sulla Tokaidò”. Dovrò inoltrare un'altra, e questa volta molto grave, lettera di lamentela alla Bakufu sul decesso di questo gentiluomo inglese, e sarei molto lieto di avere il vostro parere su come trattare la questione. Sinceramente, mio caro signore, resto il vostro obbediente servitore.

 

“Che cosa non farei per l'Inghilterra” mormorò.

Poi a voce più alta: “Phillip!”. Firmò la lettera e vi versò la polvere per asciugare l'inchiostro.

“Sissignore?”

“Fatene una copia e mandatela subito a Ketterer.”

“Jamie McFay è appena arrivato, signore, e c'è una delegazione che propone di fare di questa giornata il “Giorno dell'Angelo”, una giornata di lutto.”

“Proposta respinta! Fate entrare Jamie.” McFay aveva il volto coperto di lividi e una spalla fasciata.

“Jamie, vi sentite meglio? Bene. George Babcott mi ha fatto il suo rapporto.” E gli raccontò ciò che aveva saputo a proposito del corpo di Malcolm. “Che cosa ne pensate?”

“Dovremo rimandarlo a casa, a Hong Kong, signore.”

“Bene, è quello che pensavo anch'io. Voi lo... accompagnerete?”

“No, signore. La signora Struan... ho paura di non avere più la sua approvazione, e se tornassi non farei che renderle ancora più difficile la situazione, povera signora. In privato vi comunico che il mio incarico termina a fine mese.”

“Buon Dio, e perchè?” Sir William era allibito.

“Il perchè non importa, non in questo momento. Sarà ovviamente Angélique ad andare, la nostra signora Struan, e il dottor Hoag. Avete saputo che ha cambiato idea e ha deciso di tornare nel palazzo e di occupare il suo vecchio appartamento anziché restare alla Legazione francese?”

“No, ma... oh, ecco, suppongo che sia la soluzione migliore. Come sta?”

“Hoag dice che sta come ci si potrebbe aspettare, qualsiasi cosa questo significhi. Faremo partire la Prancing Cloud non appena me ne darete l'autorizzazione. Quando ritenete che potrà far vela per Hong Kong?”

“George dice che farà l'autopsia quest'oggi e firmerà il certificato di morte che io avrò domani. Il veliero potrebbe salpare domani, l'unico problema è Angélique: potrà già viaggiare?” Sir William lo scrutò con attenzione: “Che cosa ne pensate?”.

“Non lo so, davvero non lo so. Non l'ho ancora vista da... da quando sono salito a bordo. E allora non mi aveva parlato nemmeno una volta con lucidità. C'è ancora Hoag con lei” aggiunse Jamie cercando di controllare il dolore che provava. “Possiamo soltanto sperare.”

“Una tremenda sfortuna. Sì, non c'è dubbio. Dunque adesso passiamo a Norbert: come potete immaginare, dovremo aprire un'inchiesta.”

“Bene.” Jamie si toccò il volto per scacciare una mosca fastidiosa che cercava di posarsi sul sangue rappreso. “Gornt mi ha salvato la vita.”

“Sì. Ne terremo conto. Jamie, quando lascerete la Struan che farete?

Tornerete a casa?”

“Questa è la mia casa, qui o in Cina” rispose McFay con semplicità. “In qualche modo riuscirò ad aprire una società per conto mio.”

“Bene, non mi piacerebbe perdervi. Sull'anima mia, non riesco a immaginare la Nobil Casa senza di voi.”

“Nemmeno io.” Mentre il giorno nasceva e la coltre di foschia si ispessiva, Yokohama veniva assalita dallo sgomento, dall'incredulità, dalla rabbia, dal timore della guerra, dal ricordo della Tokaidò, e tutto si mescolava a molte osservazioni maligne sussurrate facendo attenzione a eventuali orecchie nemiche perchè Angélique aveva paladini violenti per i quali qualsiasi risata od osservazione significava mancanza di rispetto.

Malcolm non era altrettanto fortunato. Aveva dei nemici e molti ridacchiavano e si compiacevano del fatto che un altro disastro si fosse abbattuto sulla progenie di Dirk Struan. E i due preti, anche se in modi diversi, videro con soddisfazione nella morte di Malcolm la mano di Dio.

“André” disse Seratard al tavolo da pranzo della Legazione, “aveva fatto testamento?” Insieme a loro sedeva Vervene.

“Non lo so.”

“Cercate di scoprirlo. Chiedetelo a lei o a Jamie, che probabilmente sarà meglio informato.” André Poncin si limitò ad annuire preoccupato. La morte di Struan gli aveva rovinato il piano per ottenere al più presto da Angélique il denaro che gli serviva per pagare Raiko. “Sì, ci proverò.” A molto importante sottolineare il fatto che sia una cittadina francese, al fine di proteggerla quando la suocera cercherà di fare annullare il matrimonio.”

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