Gai-Jin (166 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Non sono affari di Phillip, e non dimenticare che Phillip e zia Willie ci hanno nascosto informazioni di ogni tipo nonostante l'intesa fosse di dividere tutto. “Ci vediamo più tardi, Phillip, e grazie per questi.”

“A più tardi, Jamie.”

I certificati di morte erano firmati sia da Babcott che da Hoag.

L'autopsia aveva confermato ciò che i medici avevano già detto a proposito del decesso: provocato da un'emorragia interna causata da un'arteria danneggiata che aveva cessato di funzionare correttamente e le cui condizioni erano direttamente attribuibili alle ferite riportate durante il non provocato incidente della Tokaidò.

Jamie annuì tra sé. I due medici avevano tralasciato di specificare che cosa aveva causato quella lacerazione. Non c'era motivo di essere più dettagliati a meno che qualcuno non facesse domande precise.

Come sarebbe successo con Tess Strugn, pensò con una morsa allo stomaco.

Lei lo chiederà, e allora che cosa le dirà Hoag? Quello che ha risposto a me questa mattina: “Nelle condizioni di Malcolm, Jamie, una rottura di questo tipo avrebbe potuto essere causata da un movimento brusco come quelli che si compiono durante il sonno quando ci si gira di scatto per un brutto sogno, o persino per la tensione provocata dalle viscere ”.

“Ma soprattutto durante un amplesso?”

“Sì, ma questa è soltanto una delle molte possibilità. Perché me lo domandate?”

“Conoscete Tess Struan meglio di me, per Dio.”

“Non sarò io a condannare Angélique, se è questo che mi state chiedendo, perchè bisogna essere in due per fare l'amore, e sappiamo tutti che Malcolm ha fatto l'impossibile per sposarla e che era preso da lei alla follia.”

“Io non sto chiedendovi niente, dottore. Ci penserà Tess a condannarla, indipendentemente da quello che c'è scritto sul certificato di morte.”

“Avete ragione, Jamie, ma non avrà il mio appoggio. Né quello di George. Che un violento orgasmo abbia causato la lacerazione e che il successivo sonno euforico abbia impedito a entrambi di rendersi conto di quello che stava accadendo è logico ma difficile da provare, e anche se fosse andata così lei non avrebbe nessuna colpa, nessuna, dannazione...” Povera Angélique, ma verrà accusata lo stesso, come me del resto.

Ma nel mio caso non importa più.

“Si? Avanti! Oh, salve Edward!”

“Hai un secondo per me?” domandò Gornt.

“Certo, entra.” Dal giorno prima il suo rapporto con Gornt era cambiato: aveva insistito per il tu. Mio Dio, pensò ancora, quanto mi sbagliavo sul suo conto. “Siediti. Ascolta... te l'ho già detto dieci volte ma grazie ancora, mi hai salvato la vita.”

“Non ho fatto altro che il mio dovere.”

“Ringrazio Dio per questo. Cosa posso fare per te?”

“Si dice in giro che stai per rimandare le spoglie di Malcolm, a Hong Kong per la sepoltura e mi chiedevo se non si potesse avere un passaggio sulla vostra nave.”

“Certamente.” Jamie esitò. “Per fare rapporto a Tyler Brock e Morgan?” Gornt sorrise. “Non si può evitare la verità, Jamie.

Porterò il rapporto e i risultati dell'inchiesta ma tocca a me comunicargli la notizia, da uomo a uomo.”

“Sì, hai ragione.” La tristezza lo travolse di nuovo. “Mi dispiace tanto che Malcolm non sia qui per sapere quello che hai fatto per me, mi dispiace che non sia qui per esserti amico perchè so che ti ammirava molto e mi dispiace anche che tu debba lavorare proprio per quei due.”

“Dopo questo incontro probabilmente il nostro rapporto avrà termine, ero soltanto un prestito di Rothwell, quindi niente di eterno. Subito dopo Hong Kong tornerò a Shanghai.”

“Se posso esserti utile in qualche modo sai che lo farò volentieri.”

“Non mi devi niente, io ho fatto soltanto il mio dovere ma un uomo ha bisogno di un amico, perciò ti ringrazio. Se mi trovassi nei guai ti manderò a chiamare. Allora posso disporre di una cabina sulla Prancing Goud?”

“Partirà domani sera.”

“Immagino che la signora Struan lo accompagnerà. E' difficile pensare a lui come a un corpo senza vita, non è vero?”

“Sì, secondo il dottor Hoag domani sarà in grado di affrontare il viaggio.“

“Una tremenda sfortuna. Tremenda. Grazie. Ci vediamo.”

Jamie restò a guardarlo uscire con una strana sensazione di disagio che non riusciva a definire. Suppongo di essere disorientato perchè tutto sembra così strano. Mio Dio, persino Hoag si comportava in un modo curioso e indecifrabile.

Per un pò si costrinse a lavorare, poi avendo la necessità di consultare alcuni documenti sulla scrivania di Malcolm si alzò, percorse il corridoio e arrivato davanti alla porta dell'ufficio del tai-pan alzò automaticamente una mano per bussare. Si trattenne e aprì la porta fermandosi di botto sulla soglia.

Nella poltrona di Malcolm sedeva Angélique, dietro la scrivania, e di fronte a lei c'era Paradiso Skye che le stava dicendo: “Questo per quanto mi è dato sapere e inoltre...”. Si voltò a guardare chi era entrato.

“Buongiorno, Jamie” lo salutò Angélique con tranquillità. Il suo abito scuro metteva in risalto l'incarnato d'alabastro; portava i capelli raccolti sulla sommità del capo lasciando esposto il lungo collo delicato, gli occhi erano chiari e sulle labbra c'era un velo di trucco.

“Come state?”

“Oh, be'... bene” rispose Jamie perplesso da quel suo nuovo atteggiamento e da quella ritrovata bellezza, diversa, in un certo senso più distante, irraggiungibile e, se possibile, ancora più folgorante. “Scusate, non immaginavo... Il dottor Hoag mi ha detto di non disturbarvi fino a quando non mi aveste mandato a chiamare. Come state?”

“Sono stata io a chiederglielo. Io... sto bene, grazie. C'erano alcune cose che volevo sistemare subito questa mattina. Mi dispiace per voi, mi hanno raccontato del vostro incidente con Norbert Greyforth. Povero Jamie, sembrate molto malconcio, state bene?”

“Sì, grazie” rispose lui ancora più confuso. La voce di Angélique era troppo calma e c'era una dignità in lei che non riusciva a decifrare. “E' stato Edward Gornt a salvarmi la vita, l'avete saputo?”

“Sì, me lo ha raccontato qualche minuto fa... anzi, per essere precisi qualche minuto fa è venuto a farmi le sue condoglianze e l'ho incontrato.

E' stato il signor Skye a raccontarmi del suo gesto coraggioso. E del duello.”

“Oh” Jamie avrebbe voluto rimproverare Skye per quell'intromissione.

“Povero Malcolm” riprese lei, “mi dispiace di non essere stata messa al corrente di quella follia. Se l'avessi saputo l'avrei evitato. Comunque per fortuna Edward era li, ma che cosa terribile, ci sono davvero persone orribili al mondo.”

“Sì, ma la cosa più importante è: come state voi, cara?”

“Né bene né male.

Non sento che il vuoto.”

“E' questa la parola giusta, il vuoto. Anch'io non sento altro.” Jamie guardò Paradiso che gli sorrideva con aria indifferente. Il silenzio divenne più pesante. Jamie si rese conto che entrambi desideravano che lui se ne andasse. “Posso fare qualcosa per voi?”

“Per il momento no, grazie, Jamie.” Jamie annuì con aria pensierosa. “Avevo bisogno di alcuni documenti.”

“Prendete quello che volete.” Angélique si appoggiò allo schienale della poltrona che la faceva sembrare minuscola, composta e pacata.

A disagio, Jamie cominciò a sfogliare le carte nei vassoi della corrispondenza in arrivo e in partenza e poi decise di prenderli così come erano e li ammucchiò uno sull'altro. “Se avete bisogno di qualcosa... chiamate.”

“Quando avrò finito con il signor Paradiso, se siete libero, vorrei parlare con voi qualche minuto.”

“Quando volete, certo. Suonate il campanello.”

“Jamie, a proposito... avete già avuto i certificati di morte, per caso?” gli chiese Skye.

“Sì, li ho.”

“Potrei vederne una copia, per favore?” Jamie lo fissò. “Per quale ragione?”

“Per controllare.”

“Malcolm...” intervenne Angélique, “mio marito si avvaleva della collaborazione del signor Skye... credo che lo sapeste già, vero, Jamie?”

“Sì, ne ero al corrente.” Jamie aveva notato come Angélique era passata da “Malcolm” a “mio marito” e vedendo Paradiso annuire con aria di approvazione avvertì un segnale di pericolo. “E dunque?” Fu Skye a rispondere in tono mielato: “Quando ho sentito la disastrosa notizia ho ritenuto mio dovere offrire i miei servizi alla sua vedova...” la parola vedova venne appena sottolineata, ”... la quale cortesemente li ha accettati. Il tai-pan mi aveva chiesto di svolgere talune ricerche per suo conto che, forse, la signora Struan avrebbe desiderato veder continuare”.

“Bene.” Jamie annuì con cortesia e si girò per uscire.

“Il certificato di morte, Jamie?”

“Come volete voi... Angélique... signora Struan?”

“Il signor Skye ora è il mio avvocato, Jamie. Capisce cose che io non capisco e ha accettato di agire per mio conto” rispose lei in tono chiaro e freddo. “Vorrei per favore che gli deste tutto l'aiuto di cui ha bisogno.”

“Certamente. Se volete venire con me, Paradiso.” Jamie uscì e a grandi passi raggiunse il suo ufficio. Dietro la scrivania finse di cercare i documenti che aveva già messo al sicuro in un cassetto. “Potete chiudere la porta, c'è una terribile corrente.”

L'ometto ubbidì. “State a sentire” disse a voce bassa ma con un inequivocabile tono minaccioso, “se la imbrogliate, o le giocate dei brutti tiri o la derubate ve la farò pagare.” L'ometto si avvicinò alla scrivania; gli occhiali avevano le lenti rotte e appannate: “Non ho mai fatto una cosa simile a un cliente in tutta la mia vita” disse gonfiando le guance come un cobra. “Qualche conticino salato si, ma niente più di quello che era il prezzo di mercato. Quella donna ha bisogno d'aiuto. E io posso darglielo mentre voi non potete.”

“Invece sì, e lo farò.”

“Non sono d'accordo! Malcolm mi ha detto che l'altra signora Struan, quella di Hong Kong, vi ha licenziato, è vero o no? Ed è vero o no che sia voi che Malcolm per settimane non avete fatto che ricevere lettere furibonde quando non addirittura minacciose da quella donna paranoica nei confronti della mia cliente e del suo fidanzamento, lettere piene di ogni genere di accuse infondate? E' vero o no per Dio che quella ragazza ha bisogno di amici?”

“Sono d'accordo che abbia bisogno di amici, e non ho niente contro il fatto che abbia un avvocato, voglio solo essere sicuro che voi, Skye, vi stiate comportando con correttezza.”

“Maledizione, non ho mai preso in giro un cliente in tutta la mia vita.

Jamie, magari sono un avvocato che fa la fame ma sono un bravo avvocato e stiamo tutti e due dalla stessa parte. Quella donna ha bisogno di amici, Malcolm l'amava, voi eravate amico di Malcolm, per Dio... mi ha parlato delle lettere per le quali eravate pronto a rischiare la testa.”

“Lasciate perdere quel...”

“Non voglio litigare con voi, Jamie, lei è mia cliente e giuro che farò del mio meglio. Il certificato di morte, per favore.” In subbuglio, Jamie aprì il cassetto e ne estrasse una copia.

“Grazie... ah, sono tre, eh? Uno per l'archivio, uno che accompagna il corpo e uno per lei, giusto? Anche se mi sorprende che si siano dati la pena di pensare a lei. Ah! E l'originale va con un dispaccio diplomatico a Hong Kong.” Paradiso lesse il documento. “Dio onnipotente!”

“Che cosa c'è?”

“Hoag e Babcott” rispose l'avvocato, “saranno anche due bravi dottori ma come testimoni della difesa sono un disastro!

Merda, avrebbero dovuto parlare con me prima di firmare questa cosa... chiunque avrebbe potuto scrivere una dichiarazione meno stupida!”

“Ma di che diavolo state parlando?”

“Di omicidio, o perlomeno dell'accusa di omicidio.”

“Siete impazzito!”

“E non sarebbe nemmeno la prima volta per Tess Struan” sibilò l'ometto.

“Vi ricordate il nostromo? Tutti a Hong Kong sapevano che era stato un incidente, ma ciò nonostante fu accusato di omicidio preterintenzionale e il poveretto si beccò dieci anni per omicidio colposo!”

“Fu la giuria a giudicarlo colpevole e...”

“Ma era stata lei a fare pressioni!” ribatté Skye senza alzare la voce.

“E farà pressioni anche in questo caso. Se questo documento viene letto in un'aula di tribunale durante un processo penale o civile, l'avvocato della controparte sosterrà che il ragazzo è morto fottendo, vi prego di scusare la mia volgarità, “e la responsabile di ciò siede in quel banco, signori e signore della giuria, una donna il cui padre è un bancarottiere in fuga, il cui zio langue in una prigione francese, una donna che, senza mezzi e senza scrupoli, si è trasformata in un'avventuriera, una jezabel dissoluta che ha sedotto questo povero giovane, un minorenne, convincendolo a sposarla, e poi, e poi signore e signori della giuria, con malizia e predeterminazione l'ha portato a una morte precoce, con malizia e predeterminazione sapendo anche troppo bene che le ferite avrebbero agito per lei!”

E' vero o è dannatamente falso?”

Jamie impallidì, si lasciò cadere sulla sua poltrona. Gli tornarono alla mente all'improvviso le parole di Hoag. “Che cosa intendete fare?”

“Innanzitutto cercherò di far cambiare questo referto, non credo che loro lo vorranno fare ma devo provarci. Avete per caso un testamento? Il testamento di Malcolm?”

Jamie scosse il capo. “Non mi ha mai parlato di testamenti.”

“Quando venne da me la prima volta gli dissi che era importante che ne scrivesse uno, è la prassi. Ne siete sicuro?”

“Io sono sicuro di non averne, nella cassaforte non c'è.” Jamie corrugò la fronte. Malcolm aveva fatto testamento? Se io fossi in procinto di sposarmi lo farei. Aspetta un momento: in fondo sono stato fidanzato con Maureen per anni e non ci ho mai pensato. Mio Dio, mi chiedo come stia quella ragazza, che cosa avrà pensato quando ha ricevuto la mia lettera?

“A me non ha mai parlato di testamenti. Forse ha detto qualcosa ad Angélique?”

“No, è la prima cosa che le ho chiesto. Forse l'ha fatto senza dirlo a nessuno. Aveva una cassetta di sicurezza o un luogo speciale dove metteva le sue carte private?”

“No, immagino che ne avesse una a Hong Kong, qui c'è solo una piccola cassaforte nel suo appartamento.”

“Andiamo a vedere.” E così dicendo Skye cominciò ad aprire la porta.

“Aspettate, non credo che possiamo farlo.” La risposta arrivò secca e formale: “La signora Angélique Struan era legalmente sua moglie ed è quindi la sua vedova, perciò l'immediata erede di tutti i suoi beni terreni a meno che un testamento non si pronunci in un altro senso.

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