Struan ruppe il silenzio. “Ebbene?”
“Babcott ha fatto un eccellente lavoro con una ferita che avrebbe potuto ucciderti.” Le parole di Hoag erano ben misurate e cercavano di infondere sicurezza. “Adesso faremo un esperimento.” Prese le gambe di Struan e con delicatezza lo aiutò a sedersi sul bordo del letto.
Poi gli passò un braccio intorno alle spalle e prendendo su di sé quasi tutto il suo peso aiutò il giovane ad assumere per la prima volta dopo tanto tempo la posizione eretta.
“Attento!”
Pur sostenendosi quasi interamente sul medico, Struan ebbe l'impressione di avercela fatta e ne fu molto incoraggiato. Dopo un minuto o due Hoag lo fece riadagiare sul letto.
Nonostante il cuore gli battesse all'impazzata per il dolore, Malcolm era molto soddisfatto.
“Grazie.”
Il dottore tornò a sedersi in poltrona per riprendersi dallo sforzo.
Poi disse: “Adesso ti lascio e vado a organizzare il mio soggiorno qui.
Vorrei che riposassi. Tornerò dopo aver parlato con Babcott. Probabilmente torneremo insieme. Poi parleremo della situazione. D'accordo?”.
“Sì. E... grazie, Ronald.” Per tutta risposta Hoag gli battè qualche colpetto su un braccio, afferrò la sua borsa e uscì.
Rimasto solo, Struan cominciò a piangere per la felicità che gli dava il fatto d'essere riuscito ad alzarsi dal suo letto di dolore e si addormentò. Quando si risvegliò riposato come non si sentiva da tempo giacque immobile ricordando che era riuscito a stare eretto, con un aiuto certo ma pur sempre eretto e che perlomeno aveva cominciato a fare dei veri progressi e che adesso... adesso aveva un vero alleato.
Leggermente girato sul fianco sinistro poteva vedere il mare dalla finestra.
Il mare gli suscitava sentimenti contraddittori di odio e amore; non era mai a proprio agio in mare, lo temeva perchè era incontrollabile e imprevedibile. Come quel giorno in cui il nostromo remava a cento metri dalla riva e bastò un'onda per capovolgere la barca e i gemelli scomparvero trascinati dalla corrente.
Tutti erano abili nuotatori e i gemelli nuotavano come pesci, ma furono ugualmente trascinati via. Lo shock ebbe un effetto devastante su di lui e quasi uccise suo padre.
La madre entrò in una sorta di coma ma era sveglia e ripeteva continuamente: “Sia fatta la volontà di Dio. Dobbiamo andare avanti”.
Non penserò ai miei fratelli né a Dirk Struan, si disse Malcolm, felice di essere in salvo sulla terraferma.
Ma il nostro passato è legato al mare quanto il nostro futuro. Le nostre fortune non sono forse legate alle lance e ai vapori e al commercio transoceanico?
Il Giappone è un piccolo mercato, interessante ma pur sempre piccolo, non potrà mai essere paragonato a quello cinese. Qui possiamo sicuramente guadagnare molto denaro vendendo armi, navi e la nostra competenza. Dirò a Jamie di concludere l'affare con i choshu; che si massacrino pure in una guerra fratricida, se lo vogliono.
Le ginocchia di sir William tremano mentre aspetta la stupida approvazione da Londra.
Se il potere decisionale fosse nelle mie mani ordinerei ai giapponesi di consegnarci gli assassini e di pagare l'indennizzo richiesto immediatamente, perchè in caso contrario dichiarerei lo stato di guerra e la mia prima azione sarebbe quella di ordinare la distruzione di Edo. Non perdonerei mai quei bastardi!
La prospettiva gli sembrò esaltante. Presto dovrò tornare a Hong Kong ad assumermi l'incarico. Tra una settimana, più o meno. Senza fretta. C'è tempo.
Che ore sono?
Non aveva bisogno di guardare l'orologio perchè il sole era quasi allo zenit; pensò che in condizioni normali avrebbe ordinato un ottimo roastbeef con del pudding dello Yorkshire, una salsa e patate arrosto, una ciotola di pollo tagliato a dadini con riso fritto e verdure miste e altri piatti cinesi preparati da Ah-Tok.
Apprezzava molto la cucina cinese che la madre e i fratelli invece definivano insipida e senza sostanza, probabilmente nociva e adatta soltanto ai pagani...
Un suono lieve richiamò la sua attenzione. Rannicchiata dentro una poltrona Angélique singhiozzava disperata e il suo bel volto rigato di lacrime aveva un'aria terribilmente infelice.
“Cristo, cosa succede?”
“Sono... sono rovinata.” Riprese a piangere.
“Per l'amor di Dio, di che cosa stai parlando?”
“Ecco, è arrivata oggi” disse alzandosi e porgendogli una lettera.
Il movimento brusco che Malcolm dovette compiere per prendere la lettera gli procurò una fitta atroce e a stento riuscì a trattenere un grido.
Il foglio di carta era verde come la busta, recava la data del 23 settembre, Hong Kong e l'intestazione Guy Richaud, Richaud Frères.
Era scritta in un francese che Struan non ebbe difficoltà a leggere:
Mia cara Angélique, due parole. L'affare di cui ti avevo parlato non si è rivelato redditizio. I miei soci di Macao mi hanno ingannato facendomi perdere molto. Tutto il mio capitale attuale è svanito e forse sentirai delle menzogne, diffuse dai miei nemici secondo le quali non sarei più in grado di avere rapporti con le banche e la mia società sarebbe nelle mani dei curatori fallimentari.
Non credere neppure a una parola, il futuro è luminoso, non bisogna mai aver paura, tutto è a portata di mano. Questa lettera parte domani con il postale.
Oggi io mi imbarco su un vapore americano, il Liberty, che mi porterà a
Bangkok dove mi sono stati promessi nuovi finanziamenti da French Source.
Ti scriverò da li e nel frattempo resto il tuo devoto padre.
P.S.: Ormai sarai stata anche tu messa al corrente della triste ma non sorprendente notizia che riguarda Culum Struan. Abbiamo appena saputo del vile attacco nipponico a Malcolm. Spero che le sue ferite non siano gravi e ti prego di fargli i miei auguri di pronta guarigione.
La mente di Struan era in subbuglio.
“Perché saresti rovinata?”
“Ha preso tutti i miei soldi” gemette lei, “ha rubato tutti i miei soldi e li ha persi al gioco, è un ladro e adesso io non ho più... più niente al mondo. Mi ha rubato tutto quello che avevo, oh Malcolm, che ne sarà di me?”
“Angélique! Ascolta, Angélique!” Sembrava così infantile e melodrammatica che gli venne quasi da ridere. “Per amor del cielo ascolta, questo non rappresenta un problema, io ti posso dare tutti i soldi di cui tu...”
“Non posso accettare soldi da te” gridò lei tra le lacrime.
“Non è giusto!”
“Perché no? Tra poco saremo sposati, o no?”
Smise di piangere. “D... davvero?”
“Sì. Annunceremo il nostro fidanzamento oggi stesso.”
“Ma mio padre è...” Tirò su col naso piagnucolando come una bambina.
“André mi ha detto d'aver saputo da fonte sicura che non c'erano affari da concludere a Macao né altrove e che non ve ne erano mai stati.
Sembra che papà fosse un giocatore. Deve aver perduto tutto al gioco.
L'aveva promesso, l'aveva promesso a Henri, Henri Seratard, gli aveva promesso che avrebbe smesso e che avrebbe pagato i debiti... Lo sapevano tutti tranne me, oh Malcolm, non ho mai sospettato niente, mi sento così male che vorrei morire.
Papà mi ha rubato il denaro mentre aveva giurato di conservarlo al sicuro!” Un altro scoppio di pianto la spinse a correre accanto a lui e a inginocchiarsi affondando la testa nella coperta.
Lui le accarezzò teneramente i capelli con la piacevole sensazione d'essere un uomo forte e potente. La porta si aprì per lasciar entrare Ah-Tok.
“Vattene” gridò.
“Dew neh loh moh!”
Ah-Tok scomparve. Spaventata, Angélique si fece ancora più piccola. Non l'aveva mai visto arrabbiato.
Malcolm continuava ad accarezzarle i capelli. “Non temere, mia cara, non ti devi preoccupare per tuo padre. Vedremo più tardi se si può fare qualcosa per aiutarlo, ma per il momento non ti devi preoccupare.
Penserò io a te.”
Non aveva mai usato parole tanto tenere e i singhiozzi di Angélique si calmarono. Si sentiva molto più leggera adesso che gli aveva raccontato la verità prima che fosse un estraneo a informarlo. Era anche molto contenta che lui non ne sembrasse turbato.
André è un genio, pensò. Era esausta ma provava un grande senso di sollievo. Aveva previsto che Malcolm avrebbe reagito in questo modo: “Siate onesta Angélique, raccontategli la verità, cioè che non sapevate che vostro padre fosse un giocatore d'azzardo, che questa è la prima volta che ne sentite parlare e che ne siete sconvolta, che vostro padre ha rubato i vostri soldi, è importante usare le parole rubare e ladro, dite la verità insomma, mostrategli la lettera e con la giusta dose di lacrime e tenerezza lo legherete a voi per sempre”.
“Ma André” aveva risposto lei sentendosi molto infelice, “non oso fargli vedere la lettera. Non oso, nel postscriptum dice cose tremende...”
“Guardate! Senza la seconda pagina il postscriptum termina così: I miei auguri di pronta guarigione.
Perfetto. La seconda pagina? Ma di quale seconda pagina state parlando? Ecco, la strappo e non è mai esistita.”
Ma più tardi le dita agili di André avevano incollato i minuscoli brandelli della pagina lacerata ricomponendola perfettamente.
“Ecco, Henri” disse facendola scivolare sulla scrivania, “leggete voi stesso.”
Non gli ci era voluto molto tempo per rimettere insieme la pagina, gettata con apparente disinvoltura nel cestino della carta straccia del suo ufficio.
Ora si trovavano in quello di Seratard, a porte chiuse.
Sul foglio c'era scritto quanto segue:
Nonché le mie speranze, come abbiamo già detto, che tu possa organizzare al più presto un fidanzamento e un matrimonio con qualsiasi mezzo... E' lui il miglior partito del momento ed è vitale per il nostro futuro, soprattutto il tuo. La Struan renderà solvibile la Richaud Frères per l'eternità. E poco male se è un inglese, se è troppo giovane o qualsiasi altra cosa. Adesso è il tai-pan della Struan e può comperare per tutti noi un dolce futuro. Comportati da donna adulta, Angélique, e fai tutto quanto è necessario per legarlo a te perchè attualmente il tuo futuro è in pericolo.
“Non è poi così terribile” commentò Seratard a disagio, “in fondo mi sembra soltanto il consiglio di un padre che sta toccando il fondo e pensa alla figlia e a un modo per risollevarsi. Struan è senza dubbio un ottimo partito per qualsiasi ragazza e Angélique... chi potrebbe condannare un padre?”
“Dipende dal padre.
Comunque questo foglio, se usato al momento giusto e nel modo giusto è un'arma contro di lei e contro la Nobil Casa.”
“Dunque pensate che la povera ragazza riuscirà nell'intento?”
“Dobbiamo fare in modo che vi riesca. Adesso che siamo in possesso di questa prova da utilizzare, se necessario, in futuro, dobbiamo darle una mano, per ragioni politiche.”
Le labbra di André si chiusero in una linea sottile.
“E non penso a lei come a una povera ragazza; Angélique ha tutti i numeri per incastrarlo con qualsiasi mezzo necessario. Voi non credete?” Seratard si lasciò ricadere su una sedia di pelle rossa. Il suo ufficio era immerso nel disordine, sulle pareti erano appesi alcuni quadri a olio di pittori francesi poco conosciuti.
Tra questi Seratard prediligeva le opere di Edouard Manet che collezionava acquistandole a poco prezzo da un agente parigino.
“Credo soltanto che si stia lasciando corteggiare da un ricco giovanotto, nient'altro.” Allontanò la lettera sulla scrivania.
“Questi metodi non mi piacciono, André. Sono spiacevoli. Voi avete incoraggiato la ragazza a entrare nel pantano delle mezze verità consigliandole di dare a Struan soltanto una parte della lettera.”
“Machiavelli scrisse: “E necessario che lo stato si occupi di bugie e mezze verità perchè gli uomini sono fatti di bugie e mezze verità. Anche i principi”. E certamente tutti gli ambasciatori e gli uomini politici per definizione.” André si strinse nelle spalle e ripiegò la lettera con cura.
“Forse non dovremo mai usarla, tuttavia ritengo che sia giusto conservarla nelle nostre mani perchè dopotutto noi rappresentiamo lo stato.”
“Usarla in che modo?”
“Usare per esempio il fatto che Angélique l'abbia stracciata e...”
“Ma non è stata lei!” esclamò Seratard stupefatto.
“Ovvio” rispose André con freddezza.
“Ma si tratterebbe della sua parola contro la mia. Chi pensate che avrà la meglio? Il fatto che abbia stracciato la seconda pagina mostrandogli soltanto la prima agli occhi di Struan dovrebbe bastare per condannarla e per fornirgli, a causa dell'evidente “inganno”, una scusa perfetta per annullare qualsiasi promessa di matrimonio. La signora Struan? Se madame fosse al corrente dell'esistenza di questo foglio pagherebbe qualsiasi prezzo per ottenerlo, nel caso suo figlio insistesse a sposarla contro il suo parere.”
“Non mi piacciono i ricatti.” André arrossì.
“Non piacciono nemmeno a me questi metodi ma sono costretto a usarli per i nostri, ripeto, nostri fini.”
Ripose la pagina in una tasca.
“Fatta circolare in società o pubblicata con tutti i dettagli, questa lettera potrebbe distruggere Angélique. In un tribunale equivarrebbe a una condanna. Forse mette in luce soltanto la verità: che la ragazza è una giovane avventuriera in combutta con il padre giocatore d'azzardo che ben presto sarà accusato, come il fratello a Parigi, di bancarotta fraudolenta.
In quanto al fatto che a sentir voi io la incoraggerei, voglio precisare che in realtà mi limito a dirle quello che vuole sapere.
L'aiuto insomma. Il problema è suo, non è mio né vostro.” Seratard sospirò. “Che tristezza. E triste che si sia immischiata in un simile pasticcio.”
“Sì, ma ormai è fatta, e non è forse meglio che le cose volgano a nostro vantaggio?”
André sorrise ma i suoi occhi restarono di ghiaccio.
“Per non parlare del vostro vantaggio personale, monsieur. Usato con giudizio questo documento potrebbe garantire la presenza della ragazza nel vostro letto qualora il vostro indiscutibile fascino non bastasse, del che dubito.”
Seratard non sorrise.
“E voi, André? Che cosa farete a proposito di Hana, il Fiore?” André si volse bruscamente a guardarlo: “Il Fiore è morto!”.
“Sì. E in circostanze poco chiare.”