In assoluta buona fede dichiaro che il matrimonio celebrato a bordo della nave è legale; ne ho chiesto al viceprocuratore generale la formale iscrizione a ruolo.
In assoluta buona fede ritengo che la signora Angélique Struan non sia in alcun modo responsabile del decesso del marito, fatto sostenuto dalle prove mediche presentate dai dottori Hoag e Babcott (allegate ai documenti dell'inchiesta) che senza dubbio riceverete.
In assoluta buona fede dichiaro che vostro figlio è morto in seguito alle ferite riportate durante il proditorio attacco sulla Tokaidò e che, per meglio dire, venne ucciso allora. Il re o daimyo responsabile di questo attacco non è ancora stato consegnato alla giustizia. Ma garantisco che lo sarà presto.
In assoluta buona fede e in seguito a personale osservazione ritengo che vostro figlio fosse innamorato di mademoiselle Richaud fino all'ossessione, e che escogitò ogni possibile stratagemma per riuscire a sposarla.
Lei ricambiava il suo affetto secondo l'esemplare condotta di una signora. E una giovane coraggiosa e qualsiasi voce contraria non è che falsità diffusa da malintenzionati.
Per concludere, in assoluta buona fede ritengo che vostro figlio volesse essere sepolto in mare come il nonno. La sua...
Sir William esitò un istante cercando con estrema attenzione le parole.
Formulò il pensiero e poi riprese con la sua grafia ferma e decisa:
“La sua vedova ha insistito molto affinché ciò avvenisse volendo garantire la realizzazione del suo ultimo desiderio (non abbiamo ancora trovato un testamento né una lettera in questo senso), ed è mia opinione che egli lo desiderasse veramente. Tuttavia ho ignorato la richiesta della vedova decidendo che le spoglie mortali di vostro figlio venissero inviate a voi a Hong Kong”. Ancora una volta esitò davanti alle possibili varianti che gli si presentavano, poi scrisse: “Raccomando vivamente che la sua volontà di essere sepolto in mare venga esaudita. Resto, signora, vostro fedele servitore”.
Rifletté ancora qualche istante, poi andò a versarsi un brandy, e tornò dietro la scrivania. Lesse la lettera con attenzione due volte.
Apportò un paio di correzioni e cambiamenti e la ricopiò firmandola: il ministro di Sua Maestà britannica in Giappone.
La rilesse.
Adesso era soddisfatto.
I cambiamenti più significativi erano: dopo è una giovane coraggiosa aveva eliminato e qualsiasi voce contraria non è che falsità diffusa da malintenzionati perchè induceva la domanda: “Quali voci?” aggiungendo invece, e la raccomando alla vostra benevolenza. Dopo sepolto in mare eliminò come il nonno, non sapendo se quell'affermazione corrispondesse al vero.
“Molto meglio così” disse ad alta voce. “Allontana i dubbi.” Questo mi piace abbastanza: la raccomando alla vostra benevolenza.
Anche se Dio solo sa cosa finiranno per combinare quelle due.
Una settimana fa avrei scommesso che non ci sarebbe stato scontro ma oggi non ne sono più così sicuro.
Soddisfatto di sé aprì il diario e aggiunse il nome di Tess Struan alla lunga lista di lettere spedite con la Prancing Cloud.
Un'annotazione alla data di martedì nove gli saltò agli occhi:
“Malcolm Struan ha sposato Angélique Richaud a bordo della Pearl con la complicità di Ketterer”.
Come tutto il diario anche quella nota era scritta in russo, una consuetudine impostagli fin dall'infanzia dalla madre russa, sia per renderlo illeggibile a occhi indiscreti sia per tenersi in allenamento.
Ciò gli fece ricordare qualcosa.
Aprì il nuovo diario, quello del 1863, e alla data dell'undici gennaio mise un punto interrogativo e scrisse:
a questo punto dovremmo sapere se è incinta oppure no. Un figlio di Malcolm le semplificherebbe notevolmente l'esistenza, pensò.
Aveva deciso di fare quello che poteva per Angélique perchè ne aveva apprezzato il comportamento dignitoso sia il giorno prima sia al molo, e per via di tutto il piacere che gli aveva dato con i suoi balli e le sue risate e l'allegria che aveva portato con sé a Yokohama. E inoltre perchè era francese, con tutte le qualità delle donne francesi.
Sorrise. Nessun dubbio, Angélique, sei francese. E noi siamo britannici, e non siamo stupidi. Ed è per questo che noi siamo i padroni della terra e voi no. “Phillip!”
Seratard e André guardavano dalla finestra la Prancing Cloud issare una a una le vele dell'albero maestro e dell'albero di gabbia e dirigersi con il vento in poppa verso il mare aperto.
Molti altri occhi la stavano osservando, invidiandola, desiderosi di essere a bordo oppure di esserne i proprietari o perlomeno di capitanare una simile meraviglia. Molti si interrogavano sul suo carico, su Angel che sarebbe partita l'indomani e su come sarebbe stata la vita senza di lei, nonché sul destino delle lettere a bordo.
André disse: “Ritenete che l'ambasciatore de Geroire sarà d'accordo, Henri?”.
“Sì. Mi deve molti favori, la nostra missione qui diventa ogni giorno più importante e la visita privata di Yoshi che mi avete promesso e che io ho promesso all'ambasciatore è organizzata. Non è così forse?”
“Mi assicurano di sì” rispose André con la gola improvvisamente secca. Raiko gli aveva giurato che ci si poteva contare, che i piani di battaglia segreti che lui le aveva passato erano già a Edo nelle mani di fidati mediatori per il negoziato e la ricompensa.
“Prima deve tornare Yoshi, Henri, poi possiamo fissare un appuntamento.
Mi promettono che salirà a bordo della nostra ammiraglia. Ho un incontro proprio questa sera con il mio contatto, l'anticipo lo convincerà in modo definitivo.”
“Ho cambiato idea a proposito dell'anticipo. E' meglio...”
Seratard alzò la voce per coprire le proteste di André, “è meglio aspettare. Ho deciso di aspettare!”
Andò a sedersi alla scrivania e invitò André a prendere posto, senza dar segno di essere irritato ma in modo piuttosto conciliante, per soffocare sul nascere ogni opposizione. “Appena sarò sicuro del ritorno di Yoshi potrete pagare questi... questi mediatori.”
“Ma io ho promesso il denaro per questa sera e voi vi siete dichiarato d'accordo.”
“Spiegate loro che non mi fido” ribatté Seratard con un sorriso di biasimo. “Mettiamoli alla prova. Stavo dicendo... de Geroire metterà Angélique sotto la tutela dello Stato, André, e quindi la sua sorte diventerà una questione politica, giusto?”
Quella sera André odiava Seratard perchè era un uomo pericoloso e ambiguo e sapeva troppo, ricordava troppo e non aveva sentimenti.
Quella mattina durante la colazione scrutandolo con aria intensa l'aveva spinto a chiedergli: “Che cosa c'è, Henri?”
“Niente, solo una macchiolina sul collo che prima non c'era... e mi chiedevo se... come vi sentite?”
Quella domanda l'aveva gettato nel panico facendolo correre nella sua stanza per guardarsi allo specchio, terrorizzato all'idea che il primo segno della malattia si fosse manifestato.
Da quando frequentava Hinodeh la sua sensibilità verso il minimo graffio sulla pelle o brivido o febbriciattola lo faceva molto soffrire.
Quasi tutte le sere, quando si incontravano, lei lo spogliava alla luce delle lampade dicendogli quanto le piaceva guardarlo, toccarlo, massaggiarlo o accarezzarlo, ma lui sapeva che cercava un segno della malattia.
“Ancora niente, ancora niente grazie a Dio” aveva mormorato riflesso nello specchio, sul punto di piangere per il sollievo che quella lieve abrasione sul collo fosse soltanto la puntura di un insetto.
“André” gli stava dicendo Seratard, “questa sera a cena dobbiamo fare qualche piano con la ragazza.
Raccomando vivamente che una volta sotto la tutela dello Stato si trasferisca all'ambasciata e...”
Un colpo alla porta lo interruppe.
“Avanti!”
Vervene aprì la porta: “Un messaggio da parte di Vargas, monsieur.
Madame Struan dice di non sentirsi abbastanza bene per venire a cena”.
“Se stava abbastanza bene per andare a veder partire una bara” ribatté con stizza Seratard, “poteva di sicuro trovare qualche minuto per noi. Comunque grazie, Vervene.”
Poi, rivolto ad André: “Dobbiamo riuscire a incontrarla prima della partenza”.
“La vedrò domani mattina, non preoccupatevi. Ma ho sentito dire che potrebbe rimandare ancora. Sembra che Hoag le abbia sconsigliato un viaggio per mare, per ragioni di salute, e di sicuro Paradiso Skye vi si oppone senza mezzi termini.” Seratard arricciò le labbra.
“Detesto quell'uomo, è così grossolano, così volgare, così disgustosamente inglese.”
Angélique stava osservando la partenza del veliero dall'ufficio del tai-pan. Alcuni passanti la videro alla finestra mentre si affrettavano per cercare riparo dalla pioggia e dal vento, e si domandarono che ne sarebbe stato di lei. Tra loro anche Tyrer, tornato a riva dopo aver consegnato i dispacci alla Goud.
Sembrava così triste e sola lassù, così funerea nell'abito nero. Non aveva mai indossato il nero prima, solo colori primaverili.
Per un momento lui si fermò, tentato di salire a farle visita, di chiederle se potesse esserle in qualche modo d'aiuto ma poi decise di no perchè aveva ancora molte cose da fare prima dell'incontro con Fujiko.
Doveva portare a Raiko il pagamento mensile per “servizi passati relativi alla conclusione del contratto”, e poi c'era da rimandare la lezione con Nakama per via di tutto il lavoro che restava da sbrigare per sir William.
Brontolò tra sé e ripensò a tutte le frasi e alle parole che ancora doveva tradurre e poi al biglietto per Anjo che sir William aveva voluto di proposito far tradurre da Nakama, non perchè non si fidasse di lui ma perchè voleva valutare la reazione di un giapponese a quel breve discorsetto scritto in un inglese tutt'altro che diplomatico.
Era indietro con il suo diario e non aveva trovato il tempo di scrivere la lettera settimanale a casa.
Doveva riuscire a farla partire con il postale a qualsiasi costo.
Nell'ultima lettera ricevuta da casa sua madre gli scriveva che il padre era ammalato:
... niente di serio, caro Phillip, soltanto una bronchite che il dottor Feld cura con i soliti salassi e le solite purghe. Mi dispiace dirlo ma come sempre sembra che questi metodi ottengano solo l'effetto di indebolirlo ancora di più. Tuo padre ha sempre detestato camomilla e sanguisughe. Puah!
I dottori! Malattia e sofferenza sembrano seguire la loro scia.
Tua cugina Carlotta avrebbe dovuto partorire quattro giorni fa ed era sana come un pesce. Avevamo organizzato tutto con la levatrice ma suo marito ha insistito perchè fosse il medico ad assisterla e adesso è a letto con la febbre puerperale e sembra che non sopravvivrà.
Anche il bambino è in cattive condizioni. Che tristezza, una ragazza così dolce, non ha ancora diciotto anni.
Novità da Londra: la Nuova Ferrovia Sotterranea, la prima al mondo, aprirà tra quattro o cinque mesi! I tram a cavalli sono furiosi per la concorrenza. Il periodo natalizio promette di essere più bello che mai anche se vi sono sommosse in alcune città industriali. Al Parlamento si discute e sarà approvata una legge che proibirà ai veicoli senza cavalli di superare la velocità di due miglia all'ora e imporrà un segnalatore che preceda e metta in guardia i passanti!
Il morbillo è ovunque, molti i morti, il tifo quest'anno non va troppo male. Il “Times” riporta che il colera sta riprendendo piede a Wapping e nelle aree portuali, portato da un mercantile indiano.
Phillip, spero davvero che tu ti vesta in modo adeguato e indossi maglie e mutande di lana e che tu tenga le finestre chiuse per difenderti dalle terribili insidie che abbondano nell'aria notturna.
Tuo padre e io vorremmo che tu tornassi nella Ragionevole Inghilterra anche se dalle tue lettere sembri soddisfatto dei progressi che ottieni nella lingua giapponese. Anche tu dal Giappone puoi usufruire del servizio postale economico (che meraviglia!) come qui da noi?
Tuo padre dice che il Governo sta rovinando paese, morale e glorioso Impero. Ti ho già detto che ora abbiamo più di undicimila miglia di ferrovia in Gran Bretagna? In meno di quindici anni le diligenze sono scomparse...
La lettera proseguiva per molte pagine e vi erano acclusi tutti i ritagli dei giornali che secondo la madre potevano essere interessanti.
E in effetti lo erano.
Per Phillip era molto bello restare in contatto con la famiglia.
Tuttavia tra le righe capiva che la malattia di suo padre non era tra le più semplici. La sua ansia aumentò.
Per quello che mi è dato sapere potrebbe già essere morto, pensò seriamente preoccupato.
Sul lungomare, in piedi sotto la pioggia sentì una fitta dolorosa allo stomaco. La fronte gli si imperlò di sudore, ma forse era pioggia, non lo sapeva con certezza, sapeva però di essere febbricitante. Forse mi sono già preso qualcosa... la sifilide magari! Oh, mio Dio, forse Babcott si sbaglia e non è soltanto il “fardello dell'uomo bianco”, un mal di pancia o una banale diarrea o una forma reumatica. Oh, mio Dio, anche se André ha giurato e spergiurato, e anche Raiko, che Fujiko era pulita come un fiore, forse dopotutto non lo è!
“Per l'amor del cielo, Phillip” gli aveva detto Babcott quella mattina, “non avete la sifilide, avete soltanto bevuto o mangiato qualcosa che vi ha fatto male.
Ecco, ecco qua la tintura del dottor Collis. Per domani sarete guarito e se non lo sarete vi faremo un bel funerale, non preoccupatevi! Per carità del cielo, quante volte ve lo devo ripetere: bevete soltanto acqua bollita o tè.” Si asciugò la fronte; la luce stava scomparendo e il vento non accennava a diminuire.
Certo si sentiva meglio della notte precedente, quando aveva avuto la diarrea.
Se non fosse stato per Babcott, o per la pozione magica di Collis, non avrei preso parte al funerale, cioè non al funerale, alla partenza di Malcolm. Che cosa spaventosa! Poverina! Povera Angélique!
Che cosa succederà ora, si domandò turbato e, distogliendo lo sguardo dalla finestra, si affrettò verso la Legazione.
Anche Angélique lo aveva visto. Quando il veliero venne inghiottito dalle tenebre tirò le tende e sedette alla scrivania.