Gai-Jin (171 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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“Questo pomeriggio siete stata fantastica.”

“Tuttavia ho perduto.”

“Sì. George Babcott e io eravamo dispiaciuti per voi dopo aver sentito la vostra storia e l'appello di Paradiso. George cenerà con sir William e farà un altro tentativo di convincerlo ma, temo, non ci sono molte speranze.” La vide stringersi nelle spalle, un gesto quasi impercettibile, senza distogliere lo sguardo da lui, gli occhi enormi nel pallore del volto. “Avete bisogno di qualcosa? Per dormire o stare calma: no, vedo che non avete bisogno di calmarvi. Mi fa piacere, molto piacere. Volevo parlare con voi, chiacchierare. Vi dispiace?”

“Al contrario, accomodatevi, prego. Come è andata l'inchiesta? Oh, c'è del whisky o qualcos'altro se preferite.”

“Grazie.” Sulla credenza c'erano bicchieri e brocche di cristallo allineate come soldatini con le etichette d'argento intorno al collo, argento della Georgia, che ne dichiaravano il contenuto: whisky, cognac, sherry, porto. Scelse il whisky e se ne versò mezzo bicchiere.

“L'inchiesta è andata come previsto, Edward Gornt è stato assolto da ogni colpa ed elogiato per il suo coraggio.

Il coroner, Skye, ha dichiarato la morte di Greyforth accidentale, e opportuna la reazione di Gornt che aveva cercato di impedire un brutale omicidio.

Siamo stati tutti sorpresi nel sentirgli usare parole tanto forti anche se sapevamo che si trattava della verità.” Si accomodò davanti ad Angélique e alzò il bicchiere per un brindisi. “Alla salute!”

“Salut! Ne sono lieta per Edward. Merita le lodi che ha ricevuto.”

“Anche voi lei meritate. La vostra storia mi ha profondamente commosso.”

“E' una storia vera. Non mi credete nemmeno voi”

“Vi credo. E' proprio di questo che volevo parlarvi. Vedete, io vi capisco persino troppo bene” rispose Hoag e senza reticenze le raccontò la sua storia personale, i giorni nell'esercito indiano, l'innamoramento e il matrimonio contro tutte le convenzioni, l'immediato ostracismo, i tempi duri, il ritorno in patria dove le cose non erano migliorate. “Anzi, in effetti peggiorarono. Arjumand morì, così si chiamava, come la donna amata dallo scià Jahan, colui che fece costruire il Taj Mahai.”

Teneva gli occhi fissi sul fuoco in cui gli sembrava di veder danzare immagini della moglie, di sé e della moglie nei giorni felici prima del matrimonio.

“Sono molto triste per la sua scomparsa ma al tempo stesso felice che non si sia consumata nell'odio. Ammalatasi di influenza morì nel giro di pochi giorni come una splendida pianta di serra per una corrente gelata, era proprio così, non potete immaginare come fosse deliziosa, e io non riesco ancora a capire perchè mi amasse, so di essere molto brutto. L'amavo alla follia e l'ho uccisa.”

“Quando parlate di lei il vostro volto si trasfigura. Non l'avete uccisa voi, è stato il destino. Non siete colpevole.” Ancora quella parola tra loro.

“Invece sono colpevole di averla sposata e portata in Inghilterra.

Anche May-may vi sarebbe morta, sola e devastata dalla nostalgia.

Nemmeno il grande Dirk Struan in persona avrebbe potuto modificare l'opinione pubblica, una volta sposati.

Furono entrambi fortunati a morire in quel modo.” Angélique lo guardò, gli occhi velati di lacrime.

“Anche Malcolm è stato fortunato a morire come è morto. Avete dichiarato che sembrava in pace, non è vero? Stava davvero morendo?”

“Ho paura di sì. Poteva succedere da un giorno all'altro, da un'ora all'altra. Viveva una vita presa a prestito e penso che ne avesse avuto l'intuizione.” Quell'affermazione la sconcertò. “Ma perchè non gliene avete parlato, ma perchè non lo avete... non ci avete messo in guardia?“

“E stata la volontà di Dio... non lo sapevamo, perlomeno non con la sicurezza con cui lo sappiamo ora, impossibile saperlo... altrimenti ne avremmo parlato.”

“Io... io non capisco. Ditemi la verità, ve ne prego, ho bisogno di capire.” Con gentilezza Hoag spiegò: “Le viscere intorno alla ferita erano in condizioni peggiori di quanto credessimo. George non aveva potuto verificarne lo stato al momento in cui l'aveva ricucito perchè altrimenti l'avrebbe ucciso. Dall'autopsia abbiamo saputo però che stava andando in putrefazione.”

“Ma l'operazione era stata fatta bene?”

“Oh sì, benissimo. George ha fatto un lavoro ammirevole, quanto di meglio si potesse pretendere” disse, e lei gli credette. “Vedete, Angélique, non siamo in grado di sostituire parti del corpo, possiamo soltanto ripararle, e c'erano focolai di infezione nascosti, questo spiega il dolore che ha dovuto sopportare, poverino, e anche delle brutte lesioni che gli impedivano di stare in posizione eretta.”

Poi con tristezza aggiunse: “Era agli sgoccioli di una vita presa a prestito. Tuttavia sono certo che voi abbiate reso i suoi ultimi giorni i più felici che un uomo possa avere”.

Un pezzetto di carbone cadde. Angélique lo seguì con lo sguardo.

Osservò la fiamma alzarsi, tremolare e spegnersi, proprio come il mio Malcolm, poverino, povero amore. “Che tristezza” disse rivolta al fuoco, “che grande tristezza.” Hoag stava riflettendo su Angélique, su se stesso e sulla memoria di Arjumand che Angélique gli faceva rivivere. Facile prendere una decisione adesso, dopo aver parlato di Arjumand, pensò. Finì la sua bevanda con un gesto nervoso. “Posso prenderne ancora?”

“Certamente. Accomodatevi.”

Hoag versò dell'altro liquore, ma non riempì il bicchiere come la prima volta. “In quanto alla sepoltura, ed è questo ciò di cui ero venuto a parlarvi, ritengo che vi sia ancora un modo per fare quello che voi e Malcolm volevate.”

“Come dite?” Tornò a sedersi davanti a lei. “Mi riferisco alla sepoltura in mare come il nonno, quella che lui voleva, che voi volete. Credo di potervi aiutare.“

“In che modo?” Si passò una mano sulla fronte.

“Voi andate da sir William e gli dite che vi inchinate davanti all'ineluttabile e che, sebbene disapproviate la sua decisione, acconsentite a che il corpo di vostro marito venga inviato a Hong Kong. Domani Babcott e io metteremo ufficialmente la sua bara a bordo della Prancing Goud imbarcandola a Kanagawa, dove si trova in questo momento.

Voi assisterete alla partenza della nave e direte che non potete sopportare l'idea di tornarvi a bordo e quindi partirete dopodomani con il postale, quando salperà per Hong Kong. E tutti saranno soddisfatti.”

“Ma la bara sarà vuota?” chiese Angélique agitata.

Hoag scosse la testa: “No, conterrà un corpo, ma sarà quello di un pescatore, un coreano deceduto questa mattina alla clinica. Nel frattempo le spoglie di Malcolm si troveranno nell'altra bara, rimasta segretamente a Kanagawa. Se Jamie sarà dalla nostra parte porterà qui la lancia domani sera, usciremo in mare e, se Tweet si convincerà a officiare, Malcolm sarà seppellito come voi volete. L'indomani prenderete il postale e nessuno ne saprà più niente... se tutti giureranno di mantenere il segreto”.

“Ci sono così tanti “se” mormorò lei con il cuore che batteva all'impazzata.”

“Molti più di quanti immaginassi” ribatté lui asciugandosi il sudore sulla fronte, la gola stretta. “Era soltanto... un'idea che mi è venuta qualche ora fa. Non l'ho esaminata con cura, può darsi che sia un progetto irrealizzabile ma l'intenzione era quella di aiutarvi. Con o senza George io posso occuparmi della prima parte dell'operazione.

Della sostituzione dei corpi. Voi dovete fare il resto. Forse vi posso aiutare, non lo so” aggiunse con tristezza. “Non sono bravo a tenere i segreti. Mi dispiace, dobbiamo decidere subito se... se devo tornare a Kanagawa questa sera stessa, mentre George è a cena da sir William. Che cosa ne pensate?” Angélique si alzò dalla sedia con un balzo e corse ad abbracciarlo avvolgendolo in una stretta profumata fatta di morbidezza e gratitudine.

“Proviamo... e grazie, grazie.”

“Volevate vedermi, signora?” chiese Gornt.

“Sì, entrate prego e accomodatevi.” Angélique sedeva accanto alla finestra dell'ufficio del tai-pan dov'erano sistemate le poltrone, un tavolo di quercia e una credenza. Chen era a pochi passi di distanza.

“Posso dirvi ancora una volta, signora, quanto mi addolora ciò che è accaduto? Se posso fare qualcosa per voi non avete che da chiederlo.”

“Lo so, grazie, Edward. Sì, voi potete aiutarmi, abbiamo tutti bisogno di amici. Sono lieta che l'inchiesta si sia conclusa bene... anzi, vi dovrebbero dare una medaglia.

E' stato molto coraggioso da parte vostra fare quello che avete fatto e vorrei ringraziarvi anche per Jamie perchè non so come potrei cavarmela senza di lui.” Nel camino ardeva un bel fuoco e le tende di pesante seta thailandese chiudevano fuori le tenebre.

Chen si avvicinò al cestello del ghiaccio con una bottiglia stappata.

“Mio marito mi diceva che vi piace lo champagne.”

“E così, signora, in effetti mi piace” rispose Gornt ripensando all'inchiesta e al verdetto che come un dono del cielo aveva archiviato per sempre il pericoloso capitolo Norbert. Il coroner, Paradiso Skye, era stato scelto bene.

Fece un cenno a Chen che riempì i due calici.

“Doh jeh” grazie, disse Gornt accettando il suo.

Chen lo guardò a bocca aperta come se non avesse capito le sue parole; disprezzava quell'impertinente demone straniero che osava parlare una lingua civilizzata.

Angélique disse: “Chen, aspetta fuori. Se voglio suono campanello, heya”. Indicò il campanello d'argento sul tavolino.

“Sì, signorina.” Lo guardò con occhi fiammeggianti. “Tai-tai!”

“Sì, signorina tai-tai” Chen uscì soddisfatto di sé per quelle piccole vittorie. I domestici avevano indetto una riunione presieduta da lui. Ah Tok, la mente ancora scossa dal dolore, avrebbe voluto ricorrere a un mago per mettere il malocchio su “quella donna con una vagina piena di morte” ma Chen aveva detto: “No, non possiamo, e inoltre lei non è colpevole. La morte del padrone non è stata colpa sua.

Il padrone l'ha sposata e ci ha costretto a chiamarla tai-tai di fronte a loro. Il nostro compromesso sarà di chiamarla prima signorina e poi signorina tai-tai fino a quando l'illustre Chen, a cui ho inviato un rapporto urgente e dettagliato che si trova già a bordo della Prancing Goud, deciderà in merito”.

“Salut, Edward.”

“Alla vostra salute, signora!” Angélique sorseggiò appena lo champagne mentre Gornt gustò il suo sino alla fine.

“Lo champagne è per me una fonte di vita” disse, e subito si pentì di essersi espresso in quei termini. “Ma non me lo sono mai potuto permettere se non nelle occasioni speciali.”

“Anche a me in genere lo champagne piace ma questa sera non ne ho voglia. Tuttavia ben presto sarete in grado di permettervi tutto lo champagne che vorrete, non è vero? Mio marito mi ha detto che i vostri affari stanno per subire una svolta, un enorme miglioramento, e che condividevate con lui molti segreti... per un mutuo profitto.”

“Vi ha davvero detto questo?” Gornt era stato colto alla sprovvista da quell'affermazione perchè lui e Malcolm Struan avevano stabilito che non ne avrebbero parlato con nessuno. Norbert? Norbert non contava, quello che gli aveva detto faceva soltanto parte del piano per confondere il nemico e Norbert era sempre stato il nemico. “Vi ha parlato di segreti, signora?”

“Mi ha detto che voi gli piacevate, che si fidava di voi, come mi fido io del resto, che siete un uomo capace di conservare un segreto e di capire il valore di una vera amicizia, in senso cinese.”

“In parte è vero. Anche lui mi piaceva e mi ispirava fiducia.”

“Jamie dice che avete prenotato un passaggio sulla Prancing Cloud.”

“Sì, è esatto, signora.”

“Mio marito diceva che gli dovevate dare alcune speciali informazioni su come rovinare i Brock. Gliele avreste date ieri mattina, dopo... ma era soltanto ieri? Mi sembra un'eternità... e per Malcolm lo è, povero Malcolm.” Lui sospirò rattristato. “Sì. Posso dirvi che siete cambiata, signora?

Siete diversa. Senza voler essere impertinente o rude, posso dirvi che il cambiamento vi si addice molto?”

“Preferirei diecimila volte avere qui mio marito e non essere cambiata.” Quella franchezza sorprese entrambi benché, al pari di Malcolm, anche Angélique avesse sempre trovato che con Gornt si poteva parlare facilmente. “Io non sono ancora sicura del cambiamento, se mi piace, voglio dire. Crescere così in fretta è... non trovo la parola adatta, ma è doloroso e fa paura.”

Si alzò e riempì di nuovo il bicchiere a Gornt, poi appoggiò il cestello del ghiaccio con la bottiglia sul tavolino accanto a lui.

“Grazie” disse lui conscio più che mai della sua femminile presenza.

“Ho deciso di non tornare a Hong Kong con la Gloud.”

“Ah, sì, signora, l'ho sentito dire, ho sentito dire qualcosa a proposito del fatto che non volete più salire a bordo della Prancing Cloud né farvi salire vostro marito, e che tornerete col postale.” Appena saputa quella notizia, per sicurezza Gornt aveva chiesto al suo agente di viaggi di riservargli un passaggio anche sul postale ma tutte le cabine erano occupate.

Irritato, aveva cercato di ricorrere alle intercessioni di Jamie ma Jamie non era nel palazzo Struan. “Posso comprendere che non vogliate viaggiare con la Cloud.” Le mani tranquillamente ripiegate in grembo, Angélique parlò con voce piana e controllata. “Questi segreti che eravate in procinto di comunicare a mio marito, li direste a me?” Lui sorrise accattivante, incantato da lei, e scosse il capo in un cenno di diniego. “Mi dispiace, signora, no, non ve li direi... nemmeno se li avessi.” Lei annuì, per niente offesa.

“Lo immaginavo e sono certa che mi stupirebbe vedervi fare il contrario, inoltre io non potrei farne buon uso, vero?” Lui sorrise ancora. “Mentre invece Tess Struan potrebbe, o sbaglio?”

“Prego?”

“Mio marito mi ha detto che se gli fosse accaduto qualcosa voi sareste andato a Hong Kong a trattare con sua madre, a proporle gli stessi accordi che avevate stipulato con lui. Mi ha detto che lo facevate perchè odiate i Brock ma non me ne ha spiegato la ragione.” Si alzò e giocherellò con lo stelo sottile del bicchiere. “Tess Struan saprà certo come utilizzare le informazioni, se ciò che voi dite è vero, giusto? Tutto questo mi è stato raccontato martedì prima del matrimonio.” Ancora una volta lui si limitò a guardarla con il volto segnato da una piacevole espressione.

“Capisco perchè piacevate a mio marito, Edward. Sareste pericoloso come nemico e forse anche come amico.”

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