Gai-Jin (103 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Ancora un segreto. Fino a quando riusciremo a tenere segreta la nostra presenza qui? Hiraga fu percorso da un tremito.

“Fa freddo, questa sera” disse per nascondere la paura.

Cortesemente Akimoto finse ancora una volta di non averla notata.

 

Nel suo appartamento poco lontano, Raiko aveva finito di truccarsi e si stava vestendo per la sera. Scelse il nuovo kimono rosa, decorato sul dorso con un grande airone ricamato a fili d'oro. Lo desiderava da molti mesi e ora era suo, grazie a una parte del grandioso ricavo ottenuto vendendo gli orecchini di perle, che si erano dimostrati ancora più preziosi del previsto.

Eeeh, pensò felice, il kami e gli dei che proteggono le mama-san hanno deciso di favorirmi quel giorno. Un vero affare, tutto profitto, a eccezione della parte per Furansu-san. La medicina non le era costata che una cifra irrisoria, sebbene sui libri contabili avesse riportato un debito notevole. Sorrise tra sé. L'ho pagata poco, è vero, ma la conoscenza delle piante utili allo scopo e di chi potesse averle raccolte nella stagione giusta per preparare l'infusione vale quello che il mercato è disposto a offrire.

“La principessa gai-jin si rivelerà un ottimo investimento anche a lungo termine” mormorò allegra, soddisfatta dell'immagine che vedeva riflessa nello specchio.

Era l'unico specchio moderno di tutto lo Yoshiwara, il dono di un cliente, che lo aveva fatto arrivare apposta dall'Inghilterra.

Una piccola ruga le solcò la fronte al pensiero di lui: Kanterberri, il gai-jin ucciso sulla Tokaidò da quei pazzi di Ori e Shorin. Baka! Era un buon cliente, e molto riconoscente per la ragazza che gli avevo trovato, Akiko, che adesso si chiama Fujiko. E' un grande vantaggio per noi che i gai-jin inglesi evitino di scambiarsi le donne, preferendo fornicare in segreto, sempre con la stessa e la tengano nascosta nel nostro Mondo Fluttuante, fondato sulla discrezione e sulla segretezza.

Taira non ne sa niente, e Fujiko ora ha una nuova vita e un nuovo amante. Tutti contenti.

“Signora? E arrivato il gai-jin Furansu-san.”

“Bene.” Raiko si assicurò che la medicina fosse quella giusta e la posò accanto al tavolo. Dopo aver fatto aspettare André per un tempo sufficiente, né poco né tanto, lo mandò a chiamare. “Ah, Furansu-san, benvenuto nella mia umile casa.” Riempì due bicchierini con il suo miglior sakè e brindò.

“Hai un bell'aspetto.”

“Salute! Diecimila estati” rispose cortesemente André.

Dopo essersi dilungata sulle condizioni del tempo e sullo stato degli affari, Raiko affrontò il primo argomento. “La tua scelta degli orecchini si è rivelata più proficua di quanto pensassi, ti tocca un pò più del doppio della cifra che ti aspettavi.”

“Gesù” esultò lui spalancando gli occhi, “così tanto?”

“Sì.” Lei versò altro sakè, felice dell'intelligenza con cui aveva curato l'affare per entrambi. Dopo aver concordato con lui le condizioni, per lei era una questione d'onore stare ai patti. “La mia banca, la Gyokoyama, ha trovato il cliente, un mercante di seta e di oppio di Shanghai in visita a Kanagawa.” Sorrise ancora. “Ha fatto sapere di essere disponibile all'acquisto di qualsiasi altro gingillo del genere vorrò offrirgli” aggiunse con delicatezza.

André le sorrise di rimando, svuotò il bicchierino, lo sollevò per farselo riempire di nuovo e brindò “Ai gingilli futuri!”

“Adesso...”

“Aspetta, Raiko. Perché quel tipo ha pagato tanto?”

“Nei periodi cattivi, un uomo saggio investe una parte della propria ricchezza in oggetti minuscoli che si possano nascondere nella manica.

Non è uno stupido, anch'io ho considerato se non fosse il caso di tenerli per la stessa ragione.” L'argomento destò l'interesse di André. “La Cina attraversa un cattivo periodo?”

“Mi ha raccontato che tutta la Cina è in rivolta, ci sono carestie dovunque, gli affari dei gai-jin sono in calo, nonostante la flotta inglese abbia devastato la regione del Mirs affondando molte navi pirata del Loto Bianco. Le coste per un pò saranno più sicure e in primavera riprenderà il commercio lungo lo Yangtze. Eeeh, Furansu-san, mi ha detto che hanno affondato centinaia di giunche e massacrato migliaia di persone, riducendo molti villaggi in cenere.”

Tremava di paura.

“La loro potenza distruttiva è terribile.” Raiko sapeva che sebbene i giapponesi considerassero i cinesi codardi, avevano in comune la stessa fobia: la paura dei gai-jin e l'ossessione di tenerli lontani per sempre dalle proprie terre. “La flotta dei gai-jin si scaglierà contro di noi quando farà ritorno qui?”

“Sì, Raiko, se la Bakufu non pagherà i soldi dell'indennizzo. Sì, faranno la guerra.

Ma non qui, non a Yokohama. A Edo.” Lei fissò per un istante il bicchierino chiedendosi come mettere in salvo se stessa e volgere la situazione a proprio vantaggio. Anche se continuava a non sapere quale scusa avrebbe escogitato, era più che mai convinta di doversi liberare subito di Hiraga e di Akimoto. Per quanto giusta fosse la causa di sonno-joi, non poteva rischiare di essere scoperta quale protettrice di Ori e anche degli altri due.

Attribuendo la vampata di ansia al sakè troppo forte, si fece aria con il ventaglio. “Karma” disse poi, e allontanò la paura di un avvenire incerto per concentrarsi sul presente. “Ti do un'altra buona notizia: c'è una ragazza che vorrei farti conoscere.” Andrè riuscì a superare lo smarrimento immediato che gli provocava la notizia, ma si ritrovò senza forze. “Quando?”

“Preferisci incontrarla prima di discutere la questione economica o dopo?”

“Prima o dopo non ha importanza. Pagherò quello che chiederai, se mi piacerà.” Alzò le spalle con gallica indifferenza ma la sua disperazione era palese.

Raiko non si lasciò commuovere. Perché dovrei, pensava. La brama dello Yang per lo Yin è l'essenza del nostro universo e senza di essa il Mondo Fluttuante non fluttuerebbe più.

E' strana l'ossessione dello Yang di unirsi allo Yin, dentro e fuori, l'assalto alla porta, dolore più che piacere, desiderio di finire, desiderio di continuare, se finisce non è mai abbastanza, se non finisce i gemiti lacerano la notte, un incontro destinato a durare così poco. Lo Yin è meno avido.

In questo le donne sono più fortunate, anche se gli dei, se mai esistono, hanno affidato a tutti i mortali un destino crudele.

Per tre volte ho cercato di passare nell'altro mondo, e sempre perchè il mio Yin desiderava un certo Yang, anche se gli Yang più o meno si assomigliano tutti: si sono rivelate sempre scelte infelici, non mi hanno procurato che sofferenze, mi hanno lasciato senza futuro e per ben due volte la mia passione non è stata corrisposta. Che follia! Perché? Nessuno lo sa.

Non importa. Ora la brama del mio Yin si acquieta molto più facilmente, e per una mama-san non è difficile trastullarsi. Basta assumere uno Yang, un harigata, o invitare una delle ragazze nel letto. Fujiko, per esempio, dimostra di apprezzare molto quel passatempo e i suoi baci sanno essere celestiali.

“Raiko mi conosce, vero?” chiese André. Certo che ti conosco, pensò lei.

“E io conosco Raiko.” Certo che non mi conosci. “Siamo vecchi amici. I vecchi amici si aiutano sempre.” Vero, vero, ma io e te non siamo vecchi amici, non come si intende in Asia, e non lo saremo mai. Tu sei un gai-jin.

“Furansu-san, vecchio amico” disse lei, “organizzerò un incontro fra te e la ragazza.” André si sentiva debole ma cercò di nasconderlo. “Sì, grazie.”

“Vedrai, accadrà presto. Ora, la medicina.”

Allungò la mano verso il tavolo. Il pacchettino era stato avvolto con cura in un fazzoletto di seta color ruggine come se si trattasse di un regalo prezioso. “Ascolta attentamente.”

Espose con molta chiarezza le istruzioni e lo costrinse a ripeterle finché non fu sicura che avesse capito.

“Raiko-san. Prego, dimmi la verità, la medicina è pericolosa, sì o no?”

“Eeeh, la verità? Non sono forse una persona seria? Io sono Raiko delle Tre Carpe. Te l'ho già detto. Può essere pericolosa come può non esserlo. E' una cosa normale, capita a tutte le ragazze e raramente la cura fa male. La tua principessa è giovane e forte, dovrebbe essere una cosa facile e senza problemi.”

“Principessa?” I lineamenti di André si indurirono. “Sai a chi è destinata la medicina?”

“Non è stato difficile indovinarlo. Quante donne all'Insediamento meritano il vostro aiuto? Non preoccuparti, vecchio amico. Per me un segreto è un segreto.”

“Quale problema potrebbe esserci?” chiese lui dopo una pausa.

“Forti dolori di stomaco senza nessun risultato. In quel caso dovremmo provarci una seconda volta, con una medicina più forte. E se ancora non funzionasse, ricorrere a un altro metodo.”

“Quale?”

“Ne parleremo dopo semmai.”

Raiko accarezzò fiduciosa il pacchetto avvolto nella seta.

“Questa dovrebbe bastare.”

Capitolo 28


 

“Avete capito, Angélique?”

“Sì, André” rispose lei senza distogliere lo sguardo dal pacchetto.

Quel fagottino di seta posato sulla scrivania rappresentava la sua salvezza.

Sebbene la porta dello studio di André fosse chiusa per evitare orecchie indiscrete, parlavano sottovoce.

L'orologio battè le dieci di sera.

Lui la guardò perplesso.

“La mama-san suggerisce che vi facciate assistere dalla vostra cameriera.”

“Non se ne parla nemmeno, André. Non posso fidarmi di Ah Soh né di nessun altro, non glielo avete detto?”

“Sì, ma ha insistito lo stesso.” Dal corridoio giungevano le voci allegre di Seratard, Vervene, Dmitri e di alcuni ufficiali francesi ancora seduti intorno alla tavola che aveva appena lasciato adducendo la scusa di essere stanca e di volersi ritirare presto. Mentre si avviava verso la sua camera, dove avevano concordato di incontrarsi, aveva intravisto André nello studio. “Forse... ci conviene controllare che ci sia tutto.” André non accennò a svolgere l'involucro di seta.

“Se Ah Soh non può aiutarvi...” riprese tamburellando nervosamente le dita su un angolo del pacchetto, “chi si disferà delle bottiglie e delle erbe... non potete lasciarle in giro, chi ripulirà tutto?”

All'improvviso Angélique venne assalita dal panico perchè non aveva considerato quell'aspetto. “Io... non avrò bisogno di aiuto, per qualche bottiglia, qualche erba... e due o tre asciugamani. Non posso fidarmi di Ah Soh, di lei proprio non posso fidarmi, né di nessun altro, solo di voi.

Ma non avrò bisogno di aiuto.”

L'ansia di prendere la medicina e farla finita per sempre con quella storia soverchiava ogni altra preoccupazione. “Non vi angustiate, chiuderò la porta a chiave e... le dirò che ho intenzione di dormire fino a tardi e non voglio essere disturbata.

Dovrebbe passarmi tutto in poche ore, entro l'alba, vero?”

“A Dio piacendo, sì, secondo la mama-san. Ma continuo a pensare che dovreste rischiare con Ah Soh.”

“Vi sbagliate, no, non è possibile. Posso fidarmi solo di voi. Venite a bussare alla mia porta domattina presto, così.” Batté tre volte sul piano della scrivania, staccò la mano e battè ancora. “Aprirò solo a voi.” Disfece con impazienza il fagottino di seta: conteneva due bottigliette chiuse e un pacchetto di erbe. “Bevo subito il contenuto di una bottiglia, poi...”

“Mon Dieu, no” la interruppe stancamente André, nervoso quanto lei. “Dovete rispettare il giusto ordine, Angélique. Prima mettete in infusione le erbe nella pentola di acqua calda che vi sarete fatta portare.

Poi bevete il contenuto della prima bottiglietta, tutto d'un fiato e non vi preoccupate se sarà molto amaro, dopo potrete mandar via il cattivo sapore con del tè verde zuccherato o con un dolce.”

“Monsieur Erlicher mi ha regalato dei cioccolatini svizzeri, posso mangiare quelli?”

“Certo.” André, la cui immaginazione si era scatenata in una ridda di ipotesi tremende, si asciugò il sudore dalle mani con un fazzoletto.

“Quando l'infuso sarà tiepido, diciamo dopo mezz'ora, bevetene la metà. Non aspettatevi che sia buono.

Poi rilassatevi, aspettate e cercate di dormire.”

“Ci sarà una reazione, sentirò subito qualcosa?”

“No, ve l'ho già detto, no! La mama-san sostiene che di solito non accade niente per diverse ore, poi viene qualcosa di simile a un forte crampo allo stomaco.” Più ne parlava, più trovava ripugnante l'essersi lasciato coinvolgere in quella faccenda. E se qualcosa va male? Mon Dieu, spero che non si debba arrivare a un secondo tentativo, pensò nauseato. Si sforzò di accantonare le ipotesi più drammatiche e l'imbarazzo e assunse un atteggiamento distaccato.

“Si presenta come un forte crampo allo stomaco” disse sudando copiosamente. “

All'inizio, Angélique, un crampo. Ripeto: bevete la prima bottiglia, poi sorseggiate metà infusione, solo metà, non dimenticate di procedere nel giusto ordine, rilassatevi e cercate di dormire, il rilassamento facilita il processo. Quando arrivano i crampi, bevete la seconda bottiglia, con un pò di miele o un dolce, e sorseggiate il resto dell'infusione. La dovete sorseggiare, non buttar giù di colpo. I crampi aumenteranno e poi, poi dovrebbe cominciare... la mama-san ha detto che assomiglia a una forte mestruazione, dunque preparatevi... un asciugamano.”

Si terse di nuovo il sudore dalle mani. “Manca l'aria qui dentro, vero?”

“Fa freddo, e non c'è ragione di essere nervosi.” Angélique stappò una bottiglia, l'annusò e arricciò il naso. “Puzza più di un vespasiano parigino in agosto.”

“Siete sicura di ricordare la sequenza?”

“Sì, sì. Non preoccupatevi, io...” Qualcuno bussò alla porta facendoli sobbalzare. Lei raccolse in fretta le bottiglie e il pacchetto di erbe dalla scrivania e le infilò nella borsa.

“Entrate” disse André.

Il dottor Babcott incombeva sulla soglia. “Ah, Angélique, un inserviente mi ha informato che vi avrei trovato qui. Ho fatto un salto per accertarmi delle vostre condizioni di salute. Buona sera, André.”

“Buonasera, monsieur.”

“Ah, dottore, sto davvero molto bene” si affrettò a dire lei. Sotto il suo sguardo penetrante fremeva di imbarazzo. “Non c'è bisogno...”

“Voglio solo misurarvi la temperatura e il battito del polso ed eventualmente darvi un sedativo. E sempre meglio controllare.” Davanti alle sue proteste ribadì con ferma dolcezza: “Meglio controllare, Angélique, è più sicuro, ci vorrà solo qualche minuto”.

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