Ritual (39 page)

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Authors: William Heffernan

Tags: #Fiction, #Thrillers, #Suspense

BOOK: Ritual
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Kate lo fissava con gli occhi sbarrati.

«Devlin non verrà a prenderti stasera,» riprese lui. «Passerò io. Sono le tre e mezzo. Per che ora avrai finito?»

Kate scuoteva la testa, come sforzandosi di assimilare il significato di quello strano discorso. «Posso farcela per le sette e mezzo,» rispose alla fine. «Ho ancora parecchie cose da sbrigare, ma per allora dovrei essere pronta.»

«Bene. Ci vediamo più tardi; ti porterò via da questo inferno di posto. Aspettami.»

 

32

 

Rolk esaminò rapidamente i messaggi accumulati sulla sua scrivania e imprecò tra i denti. Controllò ancora una volta l'ora; ne erano passate tre da quando aveva inutilmente cercato di contattare Rimerez. Sollevò il ricevitore del telefono e compose di nuovo il numero. Rimerez rispose al terzo squillo.

«Stavo giusto per richiamarla,» esordì. «Aspettavo una conferma e adesso l'ho avuta.»

La mano di Rolk si strinse intorno al ricevitore. «Di che cosa si tratta?»

«Parecchie cose. Ma la più importante riguarda Roberto Caliento. Non ci sono più dubbi sul suo coinvolgimento nei sacrifici che si svolgevano a Chetulak. Si parla di anni fa, stando a quanto dicono i suoi parenti, ma la sua partecipazione è certa. Ancora non sappiamo quale fosse il suo ruolo, se ne aveva uno, ma spero di scoprirlo presto. Ancora più interessante è il fatto che è stato lui a spiegare tutto al prete.»

«Che quindi era informato della sua partecipazione,» osservò Rolk, sorridendo appena.

«Assolutamente sì,» confermò Rimerez.

«E Domingo?»

«Sta pensando che potrebbe averlo aiutato? Consentendogli l'accesso al museo?»

«Diciamo che è una possibilità che mi è balenata alla mente.»

«Potrebbe essere, sì. Pare che siano cugini, e da quanto mi è dato di capire, Domingo è un tipo che si lascia intimidire con facilità. Riguardo al sacerdote, però... Non ho trovato nulla che lo colleghi direttamente ai sacrifici, fatta eccezione per un interesse prettamente culturale.»

«Ma lui sapeva,» disse Rolk. «Sapeva e ha preferito tacere. Per me è sufficiente per stargli alle costole, forse anche per accusarlo di favoreggiamento, se sarà necessario.»

«Arrestare un prete, non la invidio. Qui nel mio paese sarebbe una faccenda seria.»

«Anche nel mio,» sospirò Rolk. «Ma credo di avere qualche carta da giocare.»

«C'è un'altra faccenda,» riprese il poliziotto messicano. «Dai nostri controlli con le linee aeree sono saltati fuori solo il suo nome e quello della dottoressa Silverman. Ovviamente non prova nulla. Non sempre la gente viaggia usando il suo vero nome, soprattutto quando non ha intenzioni proprio adamantine. E devo confessare che il nostro servizio Immigrazione non è dei più efficienti. Ma una cosa mi lascia perplesso.»

Rolk lo ascoltò parlare per qualche minuto, mentre intanto elaborava tra sé le informazioni ricevute. Rise piano quando Rimerez tacque. «Sì, lo sapevo, e le spiegherò tutto in seguito. L'importante, al momento, sono le sue informazioni su Caliento e Domingo.»

«Se le serve altro, mi chiami,» lo esortò Rimerez. «Naturalmente le invierò un rapporto scritto su quanto abbiamo scoperto.»

«È tutto quello che mi serve, amico mio. Tutto quello che mi serve.»

Si stava alzando quando entrò Charlie Moriarty con una lettera in mano. «L'ho trovata sulla mia scrivania,» spiegò. «Ma è indirizzata a te.»

Rolk prese la busta e tornò a sedersi. «Cristo, sono le quattro e mezzo,» borbottò lanciando un'occhiata all'orologio. «Che diavolo di momento per ricevere la posta. Non c'è da stupirsi se siamo un dipartimento tanto scalcinato.»

L'altro si strinse nelle spalle. «Mi spiace, ma ero appena tornato quando l'ho trovata. Quell'idiota dell'impiegato deve averla infilata tra la mia corrispondenza per sbaglio.»

«Nessun problema, Charlie.» Rolk lacerò la busta e cominciò a leggere. Arrivò in fondo, e ricominciò.

«Qualcosa di importante?» chiese Moriarty.

«Sì, di maledettamente importante.» Il tenente era diventato pallidissimo e la mano che teneva il foglio tremava. «Ma niente a che vedere con il caso. È una faccenda personale.»

«Capisco.» Moriarty sistemò la sua grossa mole su una sedia. «Be', c'è qualcosa di cui dovrei parlarti e che riguarda il caso, invece.»

«Avanti, spara.»

«Si tratta della Silverman. Quel controllo sul passato di tutti gli indiziati, sai.»

«Ebbene?»

Moriarty si chinò in avanti, fissandosi i palmi delle mani. Aveva sentito delle voci sull'interesse di Rolk per quella donna e voleva essere il più diplomatico possibile, non solo perché era il suo capo, ma anche perché gli era sinceramente affezionato. «Sappiamo che è stata adottata, giusto?» cominciò. «E che i suoi genitori morirono in due diversi incidenti. Sua madre per prima e poi, qualche anno dopo, suo padre.»

«Proprio così.» Il viso di Rolk si era fatto teso, cupo.

«Be', pare che il suo vecchio fosse una specie di fanatico religioso. Qualcosa di più di un semplice devoto, se mi capisci. Sembra che la polizia in Arizona... ma non sono mai riusciti a provare nulla... abbia sempre pensato che l'incidente automobilistico in cui ha perso la vita non sia stato per nulla un incidente. Pare che abbiano trovato una lettera a casa sua... una cosa piuttosto ingarbugliata, ma, insomma, il succo era che lui si era messo in testa di andare a raggiungere Dio.»

«E che cosa c'entra tutto questo con le indagini?» C'era una nota dura nella voce di Rolk.

Moriarty si dimenò un po' a disagio sulla sedia. «Be', la Silverman era in macchina con lui. La polizia di laggiù dice che è un miracolo che non sia morta anche lei.» Stava arrivando alla parte difficile e tirò un profondo sospiro prima di tuffarsi. «Era solo una ragazzina allora, e ne venne fuori con qualche contusione, ma niente di serio.» Un'altra pausa. «Sul piano fisico, almeno. Ma psicologicamente... Dovette restare in ospedale per quasi cinque mesi, in seguito allo choc subito. Poi andò a vivere con la zia e da allora, per quanto ne so, non ha avuto più alcun problema.»

«La conclusione?» lo sollecitò Rolk.

«Be', è proprio il tipo di cosa che lo strizzacervelli ci ha detto di cercare. Un trauma infantile, qualcosa legato alla religione, forse. Ho pensato che dovevi saperlo, tutto qui.»

Rolk fissava il ripiano della scrivania. «Sì, è interessante, e hai ragione,
dovevo
saperlo.» Sollevò gli occhi, il viso sorridente. «Ma abbiamo qualcosa di meglio adesso, Charlie. Qualcosa di esplosivo, che farà luce su questa maledetta storia.» Si alzò e prese il cappotto. «Paul dov'è?»

«Non lo so. Non l'ho visto.»

«Allora verrai tu con me. Ti racconterò tutto strada facendo.»

 

Monsignor John Arpie era seduto a una semplice scrivania di metallo quando Rolk e Moriarty furono introdotti nel suo ufficio. A differenza delle altre stanze che si aprivano lungo il corridoio dell'arcidiocesi, questa era sobria, quasi spartana, un luogo ideato esclusivamente per il lavoro, e gli unici elementi decorativi erano un crocifisso, un dipinto del Sacro Cuore e una fotografia in cornice dell'arcivescovo.

«Avete detto che era urgente,» li accolse Arpie, indicando con una mano le sedie collocate di fronte alla scrivania. «Spero che non ci siano novità sgradevoli.»

Rolk sedette e lo guardò con tranquillo distacco. «È sgradevole quanto può esserlo una faccenda del genere, monsignore.» Poi passò a spiegargli rapidamente quello che era stato scoperto sul conto di Caliento, di Domingo e dello stesso padre Lopato; gli parlò della scomparsa di Caliento e della sua convinzione che il sacerdote sapesse dove trovarlo.

«In breve, che cosa volete da me?» chiese alla fine Arpie in tono gelido.

«Le saremmo grati se ci aiutasse a convincere padre Lopato a comportarsi più onestamente con noi, e al più presto.
Prima
che qualcun altro faccia le spese della sua reticenza.»

«Dovrò parlare con l'arcivescovo.»

«Perché?»

«Perché, tenente, si tratta di una questione scabrosa. Vi è coinvolto uno dei nostri sacerdoti.... anche se forse in maniera marginale. E vi è coinvolta l'organizzazione di assistenza ai profughi, realtà già di per sé estremamente delicata per la Chiesa.»

Rolk si sporse verso di lui. «So come la pensa l'arcidiocesi al riguardo. Me lo ha già spiegato. Io avevo promesso di avvertirla in anticipo se fosse accaduto qualcosa, e infatti sono venuto. Ma non posso permettermi ulteriori ritardi.»

Arpie non si scompose. «Quello che le ho detto a proposito della posizione dell'arcidiocesi era a puro titolo informativo.» Lanciò un'occhiata a Moriarty. «Tanto per tranquillizzarla. Ma si tratta di informazioni che, glielo garantisco, non verranno né confermate né ripetute. Quindi credo proprio che dovrà concedermi dell'altro tempo, tenente.»

Rolk lo scrutava; il suo era lo sguardo del predatore che studia la vittima designata. «Certo, monsignore,» disse lentamente. «Le concederò ben cinque minuti.» Attese, sorridendo. «Ma voglio che sappia che la sua piccola chiacchierata
informativa
è finita chissà come registrata su un nastro, e se non si dichiarerà disposto ad aiutarmi prima che io esca da questa stanza, quel nastro finirà nelle mani di un giornalista che conosco, un tipo molto sgradevole, senza che lei possa fare nulla per impedirlo.»

Arpie si raddrizzò di scatto sulla sedia e lo guardò. «Non oserà farlo.»

Il tenente si lasciò sfuggire una risata breve, aspra. «Non direbbe così se mi conoscesse, monsignore.»

 

Padre Lopato camminava su e giù per il grande soggiorno della parrocchia di St. Helena. Teneva le mani giunte, in atteggiamento quasi di preghiera, ma soprattutto per contenere il tremito, e la sua voce, quando riusciva a parlare, era rotta e sconnessa. «Voi... non... non potete capire. Sì, Roberto è rimasto coinvolto in quelle cerimonie anni... anni fa. Ma... ma era solo un ragazzo allora. Non ha mai... mai partecipato direttamente a nulla... nulla di violento.»

Rolk, Moriarty e Arpie assistevano alla sceneggiata senza mostrare la minima pietà. Era chiaro che il sacerdote era ormai totalmente fuori di sé.

«Cerchi di controllarsi,» proruppe Arpie con voce fredda e autoritaria. «Si rende conto che forse ha portato in questa città un pericoloso assassino?»

Lopato si voltò verso di lui, gli occhi vitrei, ma sorprendentemente calmo. «Sì,» assentì con lentezza. «È possibile che abbia ragione.» Guardò a turno i tre uomini. «Ma non siamo tutti assassini?» chiese poi. «Chi ha ucciso Cristo? Chi, se non tutti noi?» Tornò a rivolgersi ad Arpie. «Non è questo che ci insegna la Santa Madre Chiesa? E nostro Signore non è stato la vittima volontaria e al tempo stesso riluttante del nostro omicidio?»

Il monsignore si alzò bruscamente e lo afferrò per le spalle. «Maledizione, non ci servono i suoi
non sense
mistici, adesso. Abbiamo bisogno di risposte. Dov'è Caliento?»

Lopato scosse lentamente la testa.

«Fanno tutti parte del mio gregge,» mormorò il prete. «E io ho giurato di proteggerli e di aiutarli.»

Il prelato faceva sforzi poderosi per calmarsi. «La Chiesa li proteggerà, glielo prometto. E se hanno peccato, la Chiesa li perdonerà.» Lo scrollò con gentilezza. «E la Chiesa si prenderà cura anche di lei, padre.» Lanciò un'occhiata a Rolk. «Abbiamo una casa nella parte settentrionale dello Stato,» spiegò. «Un istituto. Vorrei portarlo là. Lo cureranno.»

«Non appena mi avrà detto quello che voglio sapere,» concesse Rolk.

Arpie tornò a voltarsi verso Lopato e gli sollevò il mento con una mano, costringendolo a guardarlo negli occhi. «Deve farlo per la Chiesa,» lo esortò. «Glielo ordino in nome del suo voto d'obbedienza.»

Lopato lo fissò. Gli era comparso un tic all'occhio destro e le sue labbra si muovevano senza emettere alcun suono. Con estrema lentezza estrasse di tasca un pezzo di carta. Arpie lo prese, lo lesse, poi lo passò a Rolk.

«È questo l'indirizzo?» chiese il tenente. «È qui che troveremo Caliento?»

Lopato annuì in silenzio.

Arpie gli volse le spalle e affrontò Rolk. «Ci prenderemo cura di lui, e lo faremo nel modo migliore, glielo assicuro.» Poi, dopo una breve pausa: «Andate pure a prendere quel piccolo animale. Ma vi sarei grato se lasciaste padre Lopato fuori di questa faccenda. E se evitaste anche di menzionare l'organizzazione di assistenza ai profughi, che d'altra parte è stata soppressa.» Un'altra pausa. «Almeno finché non avrò trovato il modo di proteggere l'arcidiocesi da qualunque scandalo.»

Sulle labbra di Rolk comparve un sorriso.

«Tutto quello che voglio è l'assassino, monsignore. Non m'interessa altro.»

Lui e Moriarty uscirono insieme.

«Organizza una squadra e metti sotto sorveglianza questo indirizzo,» ordinò Rolk al collega.

«Tu non vieni?»

«Devo andare a prendere la dottoressa Silverman al museo e sono già in ritardo. Limitati a circondare la casa, d'accordo? Al mio arrivo entreremo in azione.»

Si voltò per andarsene, ma Moriarty lo fermò prendendolo per un braccio.

«Il prete. Credi che sia coinvolto?» C'era ansia nei suoi occhi.

Rolk si strinse nelle spalle. «Credo che non lo sapremo mai. Ho la sensazione che nessuno rivedrà padre Lopato per molto, molto tempo.»

 

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